Sacro e Profano
Recensione in Anteprima
Uscita in Sala: 12 giugno
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Sorprendente. Due anni dopo aver entusiasmato il Festival del Cinema di Berlino, arriva finalmente anche in Italia, grazie a Nanni Moretti e alla sua Sacher Film, Sacro e Profano, folgorante esordio alla regia di Madonna. Costato meno di un milione di dollari, girato in un batter d’occhio, interpretato da attori più che altro semi sconosciuti e con una Madonna che oltre a dirigerlo l’ha scritto, prodotto e maniacalmente seguito in fase di montaggio, Sacro e Profano sorprende ed ammalia, facendo venire il forte sospetto che se in casa Ritchie c’era del talento, non era a Guy che dovevamo volgere il nostro sguardo…
Ambientato in una Londra colorata, multietnica, trasgressiva, provocante e sessualmente disinibita, Sacro e Profano gioca con le maschere che ognuno di noi porta quotidianamente sul proprio volto, ricordandoci che per poter arrivare al Paradiso, dobbiamo comunque passare per forza di cose prima dall’Inferno, che qui ha il luciferino volto di uno straordinario Eugene Hutz!
Tante storie, tante vite, tanti personaggi, tutti eccessivi, con dubbi, poche certezze, fantasmi del passato pronti a tornare per tormentarli, lavori non appaganti, sogni irrealizzati e quell’altra faccia della medaglia che ci vergognamo tanto di toccare con mano, per poi finire sempre con il farlo. Da qui è partita Madonna per questo eccentrico esordio alla regia, capace di volare alto tra trovate registiche e dialoghi tra il filosofico e il poetico, alternati da fantastici e surreali ‘detti ucraini’ e cascate di ‘fuck’, capaci di arrivare dritto in faccia allo spettatore.
Vero protagonista ‘icona’ della pellicola un magnifico Eugene Hutz! Il leader dei Gogol Bordello si conferma un ‘personaggio’ strepitoso, oltre un sorprendente attore. Kusturiciano quanto Tarantiniano, Hutz domina la scena con il suo sguardo da pazzo, il look punk-chic e quei baffi da MangiaFuoco che escono direttamente dallo schermo neanche fossero in 3D. Splendidamente scritto da Madonna e Dan Cadan, co-sceneggiatore della pellicola, il suo A.K. è un musicista squattrinato arrivato dall’Ucraina costretto a soddisfare le perversioni sadomaso di un branco di pervertiti londinesi, per poter così finanziare le prove del suo gruppo punk-gitano. Vendere il proprio corpo per poter arrivare ad un obiettivo ben preciso. Questo finisce consapevolmente per fare A.K., tormentato dai ricordi d’infanzia e mentalmente rinchiuso in un mondo fantastico, a cui seguirà sicuramente il Paradiso, visto che lui, per l’Inferno, c’è passato più e più volte…
Insieme a A.K. vivono Juliette ed Holly. La prima, sensuale androgina dagli occhi penetranti, lavora come farmacista, con il sogno nel cassetto di andare in Africa ad aiutare i bambini bisognosi, mentre la 2°, tanto bella e bionda quanto brava, studiosa di danza classica da 16 anni, si ritrova a doversi trasformare in lap dancer per riuscire ad arrivare a fine mese. Ad interpretarle due vere sorprese scoperte da Madonna, Vicky McClure e Holly Weston, qui addirittura esordiente, che, statene certi, a breve sfonderanno ad Hollywood.
In 80 minuti scarsi Madonna riesce a gettare nel proprio primo calderone cinematografico tutti i temi a lei più cari, spaziando dalla musica, con tanto di omaggio e geniale ‘passaggio di consegne’ alla “rivale” Britney Spears, alla letteratura e alla poesia, facendo interpretare ad un bravissimo Richard E. Grant un ex scrittore di successo, omosessuale, cieco da anni e per questo caduto in depressione, fino al recente amore per l’Africa e per i bambini bisognosi, andati incosciamente ad accudire insieme alla farmacista Juliette. Ricchissima e variopinta la colonna sonora, che spazia da Erotica della stessa Madonna a Baby One More Time, concedendosi poi completamente ai ritmi gitani di Eugene Hutz e dei suoi travolgenti Gogol Bordello.
Le ambizioni, i sogni, le delusioni, le umiliazioni da digerire prima di diventare famosi, il talento, le porte sbattute in faccia, l’amore, i tradimenti, le perversioni sessuali, il bianco e nero, l’Inferno e il Paradiso, il Sacro e il Profano, ovvero semplicemente Madonna, in tutti i suoi eccessi, difetti, manie di protagonismo, d’egocentrismo, di manierismo e di esaltazione, qui però giustificati da un esordio folgorante, tanto colorato quando diafano come la fotografia del fido Tim Maurice Jones, che ci fa gridare a pieni polmoni… brava, bis!
Voto: 8
P.S. da vedere possibilmente in lingua originale…
P.P.S. l’omaggio/passaggio di consegne a Britney è qualcosa di GENIALE!