Aurelio Mancuso: “Il 21 febbraio, serata di chiusura del Festival, ci saremo sicuramente , ma non escludiamo la nostra presenza anche negli altri giorni della kermesse. Abbiamo un sacco di idee, c’è grande fermento su Facebook e fra le associazioni perché la comunità omosessuale è sinceramente inorridita. TUTTI A SANREMO per dare una risposta alle vaneggianti teorie per cui si diventa omosessuali a causa di genitori iperprotettivi o assenti, o perché si incontrano anziani pedofili, stupidità e luoghi comuni sostenuti dal cantante Povia e dai gruppi integralisti cattolici”.
Sbaglia chi considera la nostra portesta una forma di censura, noi non vogliamo censurare nessuno solo ristabilire la verità scientifica, perché fino ad oggi nessuno ce ne ha data l’opportunità. Io sono andato a Porta a porta, mi hanno fatto un’intervista di due minuti infilata in un ‘panino’, con Bonolis e lo stesso Povia in studio, nel quale mi hanno massacrato, fatto passare per un poveretto. Non è questo il compito del servizio pubblico”.
Che si tratti di un’operazione commerciale è chiaro a tutti, si deve sapere che è un’operazione che viene fatta sulle spalle della gente, non tanto gli omosessuali che vivono serenamente la loro vita, ma quelli che ancora hanno problemi, non riescono a dirlo ai genitori, non possono vivere alla luce del sole la loro sessualità. Questo è l’aspetto grave dell’operazione, una presa in giro, dire che chi è gay è infelice e che l’unica felicità sta nell’eterosessualità”.
Quanto alle forme della protesta ci stiamo pensando, abbiamo un sacco di idee, ma quel che conta è che passi il messaggio che non vogliamo fare una battaglia di casta. Se invece che Luca era gay, il titolo fosse stato Luca era ebreo o Luca era negro, che cosa sarebbe successo? E invece niente, politici, intellettuali, tutti zitti. Si dica, piuttosto, che le persone sono infelici per il clima che si respira nel paese, altro che gay o etero…”.
FINALMENTE INCAZZATA anche Imma Battaglia: Sa Povia quanti erano etero e poi si sono dichiarati gay? E lì, che fa, dice che erano infelici prima o dopo? Solo in Italia si può assistere a un livello così basso di ignorante provocazione. E Sanremo si presta, per motivi di audience a basso costo. Mentre noi dobbiamo confrontarci con la libertà di espressione. Povia sia libero di dire ciò che vuole tanto la sua resta solo una canzonetta. Per noi, essere gay significa essere felici.
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IN CONCLUSIONE, TUTTI A SANREMO! DAJE CO STI PULLMANNNN!