Max Payne
Recensione in Anteprima
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Uscita: Venerdì 28
Un omicidio irrisolto capace di divorarti dentro e di non farti pensare ad altro. Questo vive Max Payne sulla propria pelle. Poliziotto in caccia dei responsabili dei brutali omicidi che hanno distrutto la propria famiglia, Payne cerca vendetta, indagando nei bassifondi più oscuri della malavita organizzata della città, intraprendendo un viaggio da incubo fatto di allucinazioni e tradimenti…
Dopo aver massacrato Hitman Hollywood prende nuovamente a pieni mani dal mondo dei videogames, portando in sala un classico del genere. Peccato che il film di John Moore nulla abbia a che vedere con il Payne videoludico. Omaggiando ( o copiando ) Frank Miller, con il già visto Sin City e il prossimo The Spirit, Moore porta in sala un poliziesco a tinte noir che molto deve al mondo del fumetto, tralasciando completamente quello da cui effettivamente arriva il personaggio, ovvero quello delle consolle…
Come potranno mai reagire i veri fan di Max Payne di fronte a questa ‘curiosa’ trasposizione cinematografica del loro idolo? Nato nel 2001, Max Payne è diventato nel giro di pochissime settimane un fenomeno planetario dei videogames. Tra le sue caratteristiche principali la terza persona, che contraddistingue l’azione dell’intero videogioco, e il mitico bullet-time, chiaro omaggio al Matrix Wachowskiano, con la ripresa in slow motion assoluta protagonista.
Perfetto, nel Max Payne cinematografico dovete semplicemente dimenticarvi queste del videogioco! Una sola volta, e dico una, Moore si ‘ricorda’ del bullet time, dandolo in pasto agli affamati fan. Per il resto, il ’suo’ personale Payne è tutt’altro. La traccia fondamentale della storia resta ovviamente fedele a quella originale. Max è un poliziotto, un antieroe, rabbioso e in cerca di vendetta, dopo il brutale assassinio di sua moglie e di sua figlia. Sconvolto e accecato dall’odio, cerca per anni i responsabili di quella strage, finendo in un giro di droga che poggia le proprie fondamenta su una delle case farmaceutiche più importanti della città.
Una droga chiamata Valchiria, nata come eccitante per i soldati in guerra, capace di far credere a chiunque la prenda di essere ‘invincibile’. Peccato che questa sostanza abbia delle controindicazioni ben precise. Crea mostruosa dipendenza e da vita a spaventose allucinazioni. Accantonata per l’esercito, riesce comunque a crearsi un mondo fatto di illegalità con il mercato nero della droga, dove proprio la Valchiria diventa la più richiesta.
Peccato che, una volta presa, si entri in un mondo parallelo fatto di fuoco, fiamme e terribili mostri alati, pronti a farti morire con violenza per aprirti le porte del Paradiso…
Dimenticanze videoludiche a parte Max Payne è sicuramente superiore a molti videogiochi arrivati in sala che l’hanno preceduto, anche se ci sarebbe da aggiungere che “non è che ci volesse molto“. La sgranatissima e fumettistica fotografia di Jonathan Sela, con il rosso sangue sempre pronto ad esplodere in faccia allo spettatore, e le scenografie alla ‘Sin City’ di Daniel T. Dorrance, promuovono sicuramente l’enorme lavoro fatto in post-produzione, con il digitale assoluto protagonista.
Di nuovo ed innovatico c’è poco o nulla, a partire dalla costante ed intrigante neve fluttuante, interamente realizzata in CGI, ma le atmosfere noir risultano ben fatte e pensate, anche se effettivamente troppo ’simili’ ai lavori di Frank Miller. I veri punti deboli del film, oltre alle già citate dimenticanze videoludiche, sono rappresentati da uno script di una banalità folle, con tanto di finale telefonatissimo, e una serie di personaggi portati in sala con l’accetta.
Payne a parte, fastidioso per quanto quadrato nella sua ottusa voglia di vendetta ed interpretato da un imbambolato Wahlberg, abbiamo un parterre femminile che grida ‘pietà’. Ridicolo il ‘cameo’ di Olga Kurylenko, con una delle morti peggio realizzate degli ultimi anni, così come il personaggio interpretato da Mila Kunis, sorella di Olga nel film, che dal giorno alla notte diventa la ’salvatrice’ di Payne, dopo aver tentato di ammazzarlo tipo 2 minuti prima!
Velo pietoso su quella che dovrebbe essere la ’sorpresona finale’ del film, con l’inatteso ‘tradimento’, ovviamente intuibile dopo 10 minuti 10 di pellicola. Tra alti e bassi, sparatorie a non finire, interessanti allucinazioni ( sono sicuramente la parte più riuscita del film ) e alcune buone idee dal punto di vista registico, il film alla fine si fa vedere, lasciando la sensazione di trovarsi di fronte ad un’opera che ha ottimamente dosato il budget di partenza, perdendo però un’ottima occasione.
Con alcune puntellature sulla sceneggiatura e qualche omaggio in più al videogioco originale, avrebbe guadagnato almeno un punto e mezzo sul voto finale, che a conti fatti non puà arrivare alla sufficienza. Da vedere gli spacconi e splendidi titoli di coda finali, visto che alla loro conclusione c’è una scena aggiuntiva che spiana la strada a… Max Payne 2.
Voto:5 +