Erica Mou sulla malattia terminale della madre: «Figlia mia non odiarmi se ti dico che ho un cancro»

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Il 30 settembre è stato il giorno in cui il libro di Erica Mou è stato reso pubblico ufficialmente. Ecco il suo racconto.

Erica Mou con chitarra

Erica Mou con chitarra- Spetteguless.it

Un libro molto bello, un racconto autobiografico in cui la cantautrice ha voluto riflettere sul mistero della maternità e sul dolore che provano coloro che non hanno più una figura materna a cui rivolgersi. In questo modo la 34enne ha voluto scrivere un romanzo e una canzone che gli facesse da colonna sonora ad un momento molto difficile della sua vita. E così Erica Mou ha deciso di mettere nero su bianco la storia della malattia terminale della madre Lucia dopo dieci anni dalla sua morte. Da queste pagine è facile carpire i temi della perdita, della maternità e della fragilità.

Un libro e un romanzo scritti dopo la morte della madre, così Erica Mou si racconta

L’ultimo brano di Erica Mou il cui titolo è Madre, vede una strofa molto intensa e piena di emozioni: «Era lei che mi proteggeva dagli incroci, le voci e le scelte. Madre, ti ho conosciuta tardi, però non ho rimpianti. Madre, ti ho conosciuta tardi, quando eravamo entrambe grandi da guardarci negli occhi e parlarci».

In questo modo Erica Musci, in arte Erica Mou ha voluto introdurre il pezzo che è affiancato anche da un video in bianco e nero molto significativo e toccante: «Sarebbe bello ricordarsi l’attimo in cui si nasce, l’inizio, l’origine. Ci ricordiamo il finale, il distacco, le ultime parole, le ultime lacrime. E le prime? E quel pianto che è solo vita? Questa canzone è un cerchio, dal mio primo respiro all’ultimo di mia madre. Un brano che parla di noi, di lei, del suo essere in armonia con l’universo, del mio cantare per imbrogliare le leggi inesorabili del tempo e della memoria».

Per quanto riguarda il suo secondo romanzo autobiografico è stata la stessa cantautrice a scrivere sui suoi vari profili social: «Scrivere questo libro è stata la cosa più bella e dolorosa insieme, per me».

Non manca poi una dedica che sembra chiudere un cerchio, quella fatta alla figlia Bianca venuta al mondo lo scorso 7 gennaio. Infatti, all’interno delle pagine dedicate alla madre, la cantautrice ha voluto anche lasciare spazio alla sua nuova esperienza di neomamma.

E così la cantautrice inizia le pagine del libro andando a ripercorrere quei momenti in cui la madre, una professoressa di matematica di 54 anni confessa di aver scoperto di avere un tumore maligno, un annuncio in cui lei non sembrava affatto spaventata.

Libro di Erica Mou

Libro di Erica Mou- Spetteguless.it

Nel momento in cui la donna annuncia di avere qualcosa da dire, la figlia crede che presto verrà rimproverata per via delle sue scelte: «Vuole dirmi che non solo sto sbagliando a ristrutturare casa ma che non dovrei andarci a vivere con Giulio. Ecco di cosa deve parlarmi, del posto sbagliato con la persona sbagliata. Mia madre sta per dirmi che non devo fare come lei. Che devo essere libera, che è arrivato il momento, che l’unica cosa che conta nella vita è essere libera. La guardo e sono pronta a farmi illuminare dalla sua luce, ormai certa di sapere. “Devo dirti una cosa per la quale mi odierai. Ho un cancro”».

Dopo 10 anni Erica Mou riesce a trovare il coraggio di aprire così quel diario che la madre aveva tenuto durante tutto il periodo della malattia. Ha voluto farlo sperando di ritrovare la sua voce, un ricordo che poco alla volta sembra svanire: “Non saprei dirne il tono, il calore, il tremore, la forma tonda che prendeva rimbalzando sul muro di un salotto o quella lunghissima, dentro una chiesa. So che a riascoltarla mi volterei, ma adesso non riesco più neanche a immaginarla. La prima voce che ho ascoltato, quella che ha deciso di chiamarmi come mi chiamo, con il nome di un arbusto dai fiori resistenti al freddo”.

Decide di sfogliare quel libro nel momento in cui si trova a letto impossibilitata di muoversi, un momento della sua vita in cui non può far altro che guardare un film, scrivere o leggere. Infatti, durante la gravidanza si è trovata costretta a fermarsi perché i medici le avevano detto di stare al riposo assoluto.

E così con una gravidanza a rischio è riuscita ad avere il tempo per elaborare quel dolore rimasto fermo per anni: «Oggi ho deciso che non piango più e, per smettere, devo parlare con mia madre, ritrovare quella voce che so ma non ricordo, sentirmi più figlia che mai per potermi immaginare mamma, rubarle qualcosa. Lei mi direbbe che è la natura che decide, io le direi che lo so ma che vorrei decidere io».

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