L’incubo di chi non riesce a separarsi dagli oggetti: chi sono gli accumulatori seriali

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A tutti noi è capitato di non riuscire a separarsi da alcuni oggetti che hanno un importante significato emotivo. Quando, però, ciò si trasforma in un bisogno di conservare ogni singolo oggetto, ciò si può trasformare in un grave problema, in grado di inficiare pesantemente la vita delle persone, chiamate accumulatori seriali. La casa diventa non solo il simulacro di ricordi e disagi, ma rende l’esistenza di queste persone impossibile e mette a rischio, a volte, quella delle altre.

stanza disordine

Stanza di un accumulatore seriale – Spetteguless.it

A chi non è capitato di conservare per anni il ricordo di un giorno particolare, o un regalo ricevuto da una persona che abbiamo molto a cuore? Capita spesso, e a volte sorridiamo davanti a oggetti strani e in grado di suscitare solo in noi emozioni e ricordi. È normale, e capita spesso. Ma quando il bisogno di conservare ogni singola cosa ci sopraffà, può essere sintomo di qualcosa che non va psicologicamente. Sono tante le persone che oggi fanno fatica a separarsi dagli oggetti, e vedono la loro vita andare a rotoli.

Un problema da non sottovalutare, addirittura mostrata in una delle puntate della serie tv di enorme successo di CSI – Scena del crimine, in cui il gruppo di specialisti della scientifica si è trovato a ritrovare addirittura un corpo in decomposizione in una casa, abitata da accumulatori seriali. Pur trattandosi di un’esagerazione, questa malattia, perché di questo si tratta, colpisce la qualità di vita di chi ne è affetto, tra problemi sociali e di igiene.

Accumulatori seriali: l’identikit di chi ne è affetto

Stando agli ultimi studi eseguiti in merito, il 2,5% della popolazione mondiale ne sarebbe affetta. “Spesso conserviamo oggetti che non hanno un valore economico ma solo sentimentale, che ricordano un evento, e buttarli via significherebbe perdere il ricordo e la rispettiva emozione positiva” spiega la dottoressa Caterina Novara dell’Università di Padova, di recente interpellata dal Corriere della Sera.

 

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Chi soffre di un disturbo da accumulo, spiega Novara, fatica a prendere decisioni e vedere gli oggetti per ciò che realmente sono: “Conservare gli oggetti permette di evitare di prendere la decisione di disfarsene eludendo così la preoccupazione di commettere un errore. Gli accumulatori ritengono che sia meglio non disfarsi di niente perché gli oggetti potrebbero acquisire valore nel tempo e conservarli permette di evitare la sensazione di perdita e di privazione affettiva”. Attenzione, quindi, se notiamo comportamenti sospetti nelle persone a noi vicine o noi stessi: potrebbe essere il segnale di un problema più grande di quanto potremmo immaginare, in grado di rendere la nostra vita complicata. Il consiglio per uscirne? Una buona psicoterapia cognitivo-comportamentale.

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