Andrea Giambruno, dopo la fine della storia d’amore con Giorgia Meloni, è spesso al centro dell’attenzione. Questa volta sembra che il tutto sia da attribuire ad un evento che lo interessa in prima persona.
Ancora una volta si parla di Andrea Giambruno e di una questione che sembra interessarlo molto da vicino. L’ex compagno di Giorgia Meloni, uomo che le ha dato anche la possibilità di diventare madre, alcuni mesi fa è stato protagonista di un evento che lascia molti dubbi. Ma di cosa si tratta? Per quale motivo si parla ancora una volta di Andrea Giambruno? Scopriamolo insieme nel testo che segue.
Cosa è accaduto lo scorso novembre ad Andrea Giambruno
Quello che stiamo per raccontarvi è un episodio che risale allo scorso novembre, ossia quando due persone, durante la notte, si sarebbero avvicinate all’auto di Andrea Giambruno. Il tutto è accaduto a Roma.
I due soggetti in questione sono poi stati fermati da un agente che stava lavorando in qualità di sorveglianza al di fuori della casa in cui viveva la presidente del consiglio. Questo è ciò che ha riportato anche il quotidiano Domani il quale afferma che i due uomini, trovatisi alle strette, hanno rivelato al sorvegliante che anche loro facevano più o meno lo stesso lavoro in quanto erano “dei colleghi”, andando così a mostrare anche un tesserino prima di mettersi di nuovo nella loro auto e andare via senza lasciare nessun dato personale e quindi senza far capire né il loro nome né il loro cognome.
In base a ciò che afferma il quotidiano, sembra che anche la Digos sia stata informata della vicenda e che questo evento sia arrivato fino alle orecchie del capo della polizia Vittorio Pisani e che sia stato informato anche Matteo Piantedosi, il ministro dell’Interno.
In base alle indagini che sono state svolte in un primo momento, pare che i due uomini che avevano con sè una torcia, altro non erano che due agenti dell’AISI, ossia l’Agenzia dei Servizi Segreti Interni.
Sembra inoltre che anche la procura della capitale sia stata informata dell’accaduto. Inoltre, dopo alcuni mesi di indagini, sembra che si sia arrivato ad un’altra conclusione. Pare che quei due uomini che durante quella notte di novembre si sarebbero avvicinati all’auto di Giambruno altro non erano che due ricettatori interessati a ciò che vi era di valore all’interno del veicolo. Quindi, non si trattava affatto di agenti il cui scopo era quello di piazzare delle cimici o qualsiasi altra cosa.