Sta cercando di rimediare allo scandalo e al danno di immagine, Chiara Ferragni. Il primo passo è stato pubblicare un video di scuse, ora sta studiando una linea difensiva.
Sì perché lei si ritiene parte offesa e parla di errori di comunicazione. Tuttavia la documentazione in possesso dell’Antitrust lascerebbe poco spazio a equivoci: la pubblicità fatta l’anno scorso sul profilo Instagram di Chiara e l’etichetta apposta sul dolce natalizio, collegano chiaramente la vendita del pandoro Pink Christmas alla beneficenza all’ospedale Regina Margherita di Torino.
Quei soldi dovevano contribuire all’acquisto di un macchinario molto importante per curare i bambini affetti da sarcoma di Ewing, invece non vennero donati. Stando a quanto affermano le autorità, vennero intascati dalle società coinvolte, ovvero quelle dell’influencer e la Balocco, ora però Chiara – che ha sempre detto in questa vicenda di aver lavorato in trasparenza – sta studiando la sua linea difensiva.
La difesa di Chiara Ferragni nel caso del pandoro
Chiara Ferragni è pronta a collaborare con l’Antitrust per chiarire la sua posizione in merito a questo scandalo. Come prima cosa ha deciso di donare all’ospedale quel milione che doveva essere donato l’anno scorso, documentando personalmente come quei soldi vengono spesi. Ora, sta lavorando a una strategia difensiva insieme ai suoi legali.
Per questo motivi di è chiusa da tempo in silenzio social senza postare più nulla dopo il famoso video di scuse che è stato tanto criticato poiché avrebbe scelto un look semplice per apparire più innocente – stando a chi le punta il dito. Anche l’esperta di colori he veste Elly Schlein ha parlato di quel grigio indossato per sottolineare il senso di dispiacere e se così fosse in realtà andrebbe anche bene.
Forse però, tanti pensano che sarebbe stato più veritiero ed efficace mostrarsi come davvero è nella vita di tutti i giorni. Ad ogni modo, lo studio Bana di Milano, che assiste l’influencer, parla di gioco al massacro. Ieri è stato aperto un fascicolo dalla procura di Prato e i legali hanno dichiarato che sono pronti a collaborare con qualsiasi altra procura italiana che vorrà chiarire la vicenda.
Anche se ancora non si sanno i nomi dei magistrati che analizzeranno il caso, lo studio ha dichiarato disponibilità e ha già escluso l’esistenza di reati in merito a questa vicenda. Per ora gli avvocati di Chiara hanno deciso che non parleranno pubblicamente fino all’Epifania.
Prima dell’apertura del fascicolo da parte della procura di Prato, la stessa cosa è stata fatta da quella di Milano (che ha preso in considerazione anche le uova di Pasqua) e di Cuneo (dove si trova la sede Balocco).
Tutti questi procedimenti sono senza ipotesi di reato e senza che nessuna società sia stata iscritta nel registro degli indagati. Sono nati dopo l’esposto presentato dal Codacons e ora si attende di capire di chi saranno di competenza le indagini definitive.