Lo storico giudice di Ballando con le Stelle ha confessato in un’intervista di essere stato picchiato perché gay.
Lo stilista ha raccontato gli anni della sua adolescenza, trascorsa in Venezuela, dove la famiglia gli era ostile per il suo orientamento sessuale e dove è stato bullizzato diverse volte. Da qui prende lo spunto per lanciare l’importante appello di denunciare e segnalare ogni sopruso.
Abbiamo imparato a conoscerlo nel programma di Milly Carlucci, dove è un giudice comprensivo e non troppo severo, sempre con il sorriso sulle labbra, molto contagioso. Ma dietro quegli occhiali che celano un’espressione il più delle volte serena, Guillermo Mariotto porta dentro di sé un grande peso che risale agli anni di quando giovanissimo viveva ancora in Venezuela.
Guillermo Mariotto bullizzato e picchiato per la sua omosessualità
L’omosessualità e i diversi orientamenti sessuali che oggi compongono il popolo LGBTQ+ oggi sono sempre tema di discussioni, in un’epoca dove invece dovremmo aver superato tutti questi preconcetti preistorici che ci portano a giudicare il prossimo in maniera frettolosa ed errata solo per la preferenza sessuale.
Siamo soliti affibbiare etichette ma chi siamo noi per giudicare gli altri? Ancora oggi nella nostra società assistiamo di soprusi verso le persone omosessuali e sull’argomento si è sbottonato lo stilista e designer Guillermo Mariotto, meglio conosciuto per il suo ruolo di giudice a Ballando con le Stelle.
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In una recente intervista ha parlato di un tema per nulla leggero, soprattutto perché vissuto in prima persona. Notoriamente infatti è omosessuale e questo dovrebbe essere visto come una cosa normale al giorno d’oggi ma anni fa non era così.
Parlando della sua adolescenza è tornato indietro nel tempo agli anni in cui abitava a Caracas, città dove è nato nel 1966. “Ero forte, battagliero e risoluto. La mia famiglia non accettava il mio orientamento sessuale e infatti erano costanti le discussioni con mio padre e mia madre”.
C’è sofferenza nei suoi occhi ripercorrendo quegli anni bui ma prima di raccontare di un episodio spiacevole che gli è capitato proprio in Venezuela, Guillermo Mariotto ci tiene a sottolineare una cosa importante: “Non tutti reagiscono come me e si fanno forza, molti si tolgono la vita a causa dei bulli. Penso al dolore di questi ragazzi e dei genitori”.
Con queste parole poi si allaccia alle difficoltà vissute nella sua infanzia venezuelana, periodo in cui i bulli lo prendevano di mira per la sua omosessualità. Ha raccontato di essere stato picchiato e sebbene abbia risposto nella stessa maniera, la ferita è ancora molto grande in lui.
“Avevo 13 anni e giocavo nel ruolo di difensore in una partita di calcio. Ero bersagliato da insulti come al solito ma all’ennesimo esplosi. Raggiungi il bullo al centrocampo e lo afferrai per i capelli strappandoglieli. Divenni intoccabile, quando quel ragazzino mi incrociava nei giorni successivi, cambiava direzione”.
Pensando a quell’episodio, Mariotto ricorda che bisogna partire in primis dall’educazione in famiglia perché se questa manca, esisteranno per sempre questi bulli. “Anche solo guardare senza intervenire rende colpevoli”.
Ha trovato la salvezza solo trasferendosi da quel mondo e arrivando a San Francisco e sul perché di quelle violenze, dice: “Erano invidiosi perché ero forte nello sport e in più ero omosessuale quindi mi giudicavano una femminuccia invece ero più forte di tutti. Ciò li mandava in bestia”.