80 milioni di dollari al debutto, ovvero il doppio rispetto ad Oppenheimer di Christopher Nolan.
Settimana dopo settimana crescono le previsioni d’incasso relative a Barbie di Greta Gerwig, in uscita il 20 luglio nei cinema d’Italia.
Le sale vietnamite non potranno invece mostrarla, perché la pellicola è stata vietata dal National Film Evaluation Council, come annunciato dal direttore generale del Dipartimento del Cinema del Vietnam sotto il Ministero della Cultura, Vi Kien Thanh.
Tutto questo perché in Barbie si vede una mappa geografica che offenderebbe la cosiddetta “linea a nove trattini”, linea di demarcazione tracciata dal governo della Repubblica Popolare Cinese e da quello della Repubblica di Cina (Taiwan) attorno ai territori da essi rivendicati nel Mar Cinese Meridionale.
La sovranità della Repubblica popolare cinese o della Repubblica di Cina su questi territori non è internazionalmente riconosciuta ed è anzi contestata da vari altri Stati affacciati sul Mar Cinese Meridionale come Brunei, Filippine, Malaysia e Vietnam.
Ecco perché Barbie non apparirà nelle sale vietnamite, ma alla Warner dormiranno comunque sonni tranquilli. Perché il film di Greta Gerwig, su cui nessuno avrebbe scommesso un euro 1 anno fa, punta al jackpot globale.