Avrebbe potuto ripresentarsi all’Ariston 22 anni dopo l’ultima volta con una balladona classica da vette irragiungibili. Ma non l’ha fatto.
Un esordio choc quello di Giorgia a Sanremo 2023, con un 5° posto di serata e un ottavo posto nella classifica generale firmata dalla stampa. Era una delle favorite alla vittoria finale insieme a Marco Mengoni e Ultimo, addirittura decimo. Oggi subentrano televoto e giuria demoscopica quindi tutto potrà mutare, ma sin dal riascolto di Parole dette Male, checché se ne dica, si percepisce il potenziale di un brano ieri andato incontro a giudizi troppi frettolosi. Non è Di sole e d’Azzurro, nè Come Saprei, ma neanche quel disastro da più parti urlato. Tra le altre cose un incubo da cantare, con tutte quelle variazioni che ti fanno venì il fiatone solo ad ascoltarla. Poi è chiaro, tornare dopo 2 decenni con il peso enorme di una potenziale delusione da dover sopportare avrebbe dovuto farla virare verso opzioni più immediate, più orecchiabili, più d’impatto, soprattutto meglio scritte. Perché poi dinanzi a Giorgia si torna sempre lì, alla qualità dei testi troppo spesso deludente. E la colpa, in questo caso, non è neanche di Emanuel Lo, qui riciclato regista del video ufficiale.