Dalle prime 2 puntate di Anna, nuova serie Sky scritta/diretta da Niccolò Ammaniti, spicca l’enorme lavoro di casting sui bimbi protagonisti, la traccia distopica/orrorifica con inquietante link alla pandemia odierna, la produzione monster, le scenografie povere ma infinitamente ricche, i costumi che oscillano tra Mad Max e Hook di Spielberg, la crudezza di certe immagini, le ipnotiche location, la bellissima colonna sonora. Prodotto di qualità che si mangia tutta la serialità italiana Netflix vista fino ad oggi.
Dal 23 aprile su Sky e NOW con tutti e 6 gli episodi subito disponibili, Anna è tratta dall’omonimo romanzo di Ammaniti, qui regista e co-sceneggiatore al fianco di Francesca Manieri.
Anna è il distopico racconto di un mondo distrutto: una fiaba per adulti che narra l’incredibile viaggio che la giovanissima protagonista dovrà intraprendere fra le rovine della civiltà che fu, “il prima”, in cerca di un futuro possibile per sé e per il fratellino. Un virus ha infatti sterminato l’umanità, lasciando in vita solo i bambini, pronti a morire appena diventati adulti e incapaci di generare altre vite. Fra campi arsi e boschi misteriosi, ruderi di centri commerciali e città abbandonate, fra i grandi spazi deserti di un’isola ormai senza più leggi o istituzioni e selvagge comunità di sopravvissuti, Anna ha come guida il quaderno che le ha lasciato la mamma con le istruzioni per farcela, Il Libro delle cose importanti. E giorno dopo giorno scopre che le regole del passato non valgono più, dovrà inventarne di nuove.
Il synth-pop degli Alphaville, il rock psichedelico dei Mercury Rev, ma anche la musica italiana più iconica con Loredana Bertè, Mia Martini, Ornella Vanoni. E ancora Frank Sinatra, fino alle suggestioni tribali della partitura musicale originale, firmata Rauelsson: la colonna sonora di Anna stupisce sin dalle note che accompagneranno le evocative immagini della sigla, quelle di “Settembre” di Cristina Donà, dal disco “La quinta stagione” del 2007.
Una felice folgorazione seriale, edita in libreria nel 2015 ma oggi, in piena pandemia da Covid-19, vista con occhi ancor più sorpresi.