La prima cosa che ho pensato dopo aver visto la prima puntata di Emily in Paris, nuova serie Netflix creata da Darren Star, padre di Sex and the City e Beverly Hills 90210, è stata “non oso immaginare cosa ne penseranno i francesi”.
La seconda, “mamma mia che stronzata”.
E infatti dalla Francia (ma non solo) sono arrivate stroncature monster.
Protagonista dello show è Lily Collins, qui nei panni di un’ingenua e alla moda americana che supera ogni sorta di stereotipo sui francesi nel suo tentativo di diventare un guru dei social media.
Il critico Charles Martin ha scritto per Premiere: “In Emily in Paris apprendiamo che i francesi sono” tutti cattivi”(sì, sì), che sono pigri e non arrivano mai in ufficio prima della fine della mattinata, che spettegolano e sono poco attaccati al concetto di lealtà, che sono sessisti e arretrati e, naturalmente, che hanno un rapporto discutibile con la doccia. Sì, nessun cliché è risparmiato, nemmeno i più deboli”.
E non bisogna essere magnarane per constatare tutto ciò.
Emily in Paris è veramente un trionfo insostenibile dei peggiori luoghi comuni sui francesi.
Su AlloCiné (popolare sito di recensioni per utenti televisivi e cinematografici), Emily in Paris ha ottenuto una valutazione di 2.9 / 5. Un utente ha scritto: “Serie imbarazzante, immagine completamente sbagliata di Parigi. È ridicola, recitato male. Come se Parigi fosse solo moda, romanticismo e croissant. No”,
Un altro ha scritto: “Una serie che avrebbe potuto essere fantastica se non avesse caricaturizzato i francesi. In questa serie i francesi sono descritti come arroganti, sporchi, pigri, cattivi, cinici … ma fortunatamente questa giovane americana arriva a Parigi per spiegare loro come funziona la vita. È semplicemente deplorevole, mi chiedo perché gli attori francesi abbiano accettato di recitare in questa serie “.
Amen.