Sarebbe bastato scrivere ‘ho sbagliato’. Due parole. Fine. E invece ne ha utilizzato centinaia, cercando persino di giustificare l’ingiustificabile, ovvero l’insulto gratuito ad un ragazzo (Davide Misiano, che ha scritto di Sanremo su AllMusic Italia), solo e soltanto perché ha stroncato una tua canzone. Quale sarebbe la provocazione, caro Riki? Una recensione negativa vale come provocazione? Seriamente? Dietro quella ‘checca frustrata’, poi, c’è anche altro. Ovvero il manganello estetico del “io sono bello e intelligente”, “tu sei un cesso”. Questo è bullismo, caro Riki. Hai 28 anni, e non 15. Sei arrivato ultimo a Sanremo, passando come una meteora nei 5 giorni di Festival. Nessuno si ricorderà di te. Nessuno si è accorto della tua presenza. Hai presentato una canzone orrenda. Questo è oggettivo. E ce devi sta, se qualcuno te lo fa notare. ‘Ho sbagliato’, avresti dovuto scrivere. Semplicemente questo. E neanche questo sei riuscito a fare.
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