In Italia visto (da pochi) su Nove, Leaving Neverland, doc HBO di 4 ore, ha lasciato il segno sia negli States che nel Regno Unito.
Le accuse di pedofilia ai danni di Michael Jackson sono clamorosamente tornate a galla grazie a James Safechuck e Wade Robson, che hanno denunciato di essere stati sessualmente molestati dal Re del Pop, tra i 7 e i 14 anni d’età.
Oggi sposati, con figli e ultra-trentenni, i due hanno diviso i fan di Jackson, tra chi dà loro dei bugiardi e chi comincia a vacillare.
Tra questi ultimi spicca Barbra Streisand, 76 anni, che via Times ha detto di credere assolutamente alle accuse di Wade e James. Senza però dimenticare la ‘colpa’ delle rispettive famiglie, che cedettero i propri pargoli dinanzi ai soldi di Michael.
“Incolpo, immagino, i genitori, che hanno permesso ai loro figli di dormire con lui”. “Michael era una persona molto dolce, molto infantile”. “I suoi bisogni sessuali erano i suoi bisogni sessuali, provenienti da qualunque infanzia avesse avuto o qualunque DNA avesse”. “Si può dire ‘molestati’, ma quei bambini, come confessato ora da James e Wade, erano entusiasti di essere lì. Entrambi si sono sposati ed entrambi hanno avuto figli, quindi non li ha uccisi.”
Parole a dir poco folli, quelle di Barbara, alla quale è stato poi chiesto se prova ‘rabbia’ nei confronti di Jackson.
“È una combinazione di sentimenti, mi sento male per i bambini, mi sento male per lui”.
Tacere, a volte, sarebbe la cosa migliore da fare.