Quel gran bono di Nico Tortorella ha scritto un libro di poesie dedicate al suo pene, definito “l’unico suo lembo di pelle che è stato sfregato più della pelle delle mani”, e alla vagina della sua moglie lesbica, che vuole inghiottirlo per intero, sulle mestruazioni e sulla sua identità fluida. Per il lancio, giustamente, pelo pubico in grande spolvero. Valerio Pino ha fatto scuola.