Per il governo italiano gay e lesbiche vanno tenuti fuori dalla porta quando si discute di politiche per la famiglia.
Lo denunciano, in una nota congiunta, le associazioni Famiglie Arcobaleno, Rete Genitori Rainbow e Agedo. Domani e dopodomani, a Roma, si terrà infatti la Terza Conferenza Nazionale della Famiglia, organizzata dal Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri con il supporto dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia.
L’iniziativa è stata così presentata:
La Conferenza, che vedrà la attiva partecipazione delle Istituzioni di tutti i livelli di governo, delle parti sociali e, naturalmente, delle organizzazioni rappresentative della società civile, affronterà temi di grande rilevanza ed attualità quali quelli della crisi demografica, delle politiche fiscali a favore della famiglia e delle misure di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
La Conferenza costituirà, dunque, un’occasione di riflessione, partecipazione, confronto e di dibattito sui temi della famiglia, considerata in tutte le sue componenti e problematiche generazionali, ed avrà come focus la discussione ed il confronto delle linee generali del prossimo Piano Nazionale per la Famiglia, sulla base dei lavori sinora portati avanti dall’Osservatorio Nazionale sulla Famiglia, ricostituito nel settembre dello scorso anno.
Mentre Agedo, associazione che rappresenta genitori e amici di persone Lgbt, è stata invitata a partecipare (ma non a intervenire) le due associazioni che rappresentano i genitori omosessuali e transessuali sono state ignorate. Rete Genitori Rainbow, in particolare, l’associazione che riunisce i genitori omosessuali e transessuali che hanno avuto figli da precedenti relazioni, ha chiesto di aderire all’iniziativa, ma la sua richiesta è stata rifiutata.
È prevista la partecipazione del Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, della Presidente della Camera Laura Boldrini, del Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, della Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli e molti altri.
Le rappresentanti e i rappresentanti delle tre associazioni, Marilena Grassadonia (Famiglie Arcobaleno), Alessandra Forani e Gabriele Faccini (Rete Genitori Rainbow) e Fiorenzo Gimelli (Agedo), dichiarano: “L’esclusione delle associazioni rappresentative del mondo Lgbt è grave, e il solo fatto che si parli di “famiglia”, e non di di “famiglie” come sarebbe più corretto, è altamente significativo. Il governo non può farsi promotore di un evento che si rifiuta di prendere in considerazione le istanze sia delle famiglie omoparentali di nuova costituzione, cioè che hanno avuto figli all’interno della coppia omosessuale, sia delle numerose famiglie ricomposte in cui un componente della coppia omosessuale abbia avuto figli da relazione etero precedente, tutte realtà in cui sono presenti bambini e ragazzi che vanno tutelati. Tanto più grave che ciò venga fatto a poco più di un anno dalla legge sulle unioni civili che da una parte ha sancito ufficialmente il riconoscimento da parte dello Stato delle unioni tra persone dello stesso sesso, ma dall’altra ha lasciato insoluto il tema di come tutelare i figli di persone omosessuali. Chiediamo ai rappresentanti delle istituzioni e del Governo più sensibili alle istanze del mondo Lgbt di intervenire per andare oltre questa esclusione, o in alternativa di disertare un appuntamento che, così congegnato, è inaccettabilmente discriminante”.