Un’Impresa da Dio, recensione in anteprima!

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Un’Impresa Da Dio

In sala da Venerdì 28 settembre

4 anni dopo essere diventato anchorman, Evan Baxters si butta in politica, riuscendo a farsi eleggere al Congresso, con la promessa elettorale di “voler cambiare il mondo”.

A cambiare è invece immediatamente la sua vita.
Via da Buffalo, nuova casa, nuovo arredamento, con tanto di pensili di ciliegio di 300 anni, giusto per sottolineare la totale assenza d’interesse all’ambiente, nuova macchina, nuova città, nuovo ufficio, nuove responsabilità, e nuove preghiere da rivolgere al signore.
Una di queste è un’esplicita richiesta d’aiuto su come poter davvero cambiare il mondo.
Evan prega, Dio risponde!
Dalla mattina seguente 3 numeri perseguiteranno il buon Baxter: 614.
Li vedrà ovunque, lo seguiranno ovunque, fino all’illuminazione che spiegherà lui i motivi della loro presenza.
I 3 numeri si rifanno alla genesi 6:14 che dice testualmente: fatti un’arca di legno resinoso!
Aiutato dalla prima edizione del “Manuale per idioti per costruire un’arca” Evan dovrà così cimentarsi nella biblica costruzione dell’arca, rischiando di perdere il lavoro, la reputazione e soprattutto la famiglia…


Quattro anni dopo il clamoroso successo di Una settimana da Dio, tornano Tom Shadyac, Morgan Freeman e Steve Carrell, in quello che è uno dei film più costosi della storia del cinema e uno dei sequel più apparentemente inutili.
Il solo problema di dover rimpiazzare Jim Carrey doveva immediatamente affossare questo progetto, che invece è andato avanti puntando tutto sulla comicità di Carrell.
Steve si impunta nel voler “imitare” Jim, mettendo in mostra tutto il proprio repertorio facciale, con smorfie di ogni tipo, perdendo purtroppo per lui la sfida in partenza.
E’ un ottimo comico, ha una fisicità disarmante per quanto efficace, ma il peso e il paragone con colui che aveva influito in maniera determinante al successo della prima pellicola nasce quasi automaticamente, finendo per penalizzarlo quasi da subito.
Deludente la regia, con poche trovate veramente divertenti e un abuso di carrelli da far venire la pelle d’oca, mostruosamente prevedibile la sceneggiatura, con scene e situazioni comiche che si capiscono 5 minuti prima della loro effettiva apparizione, per non parlare del numero infinito di paradossi e situazioni irreali, tante da farti perdere il conto.
Il tema palesamente ambientalistico, trionfatore ad Hollywood in questi ultimi 12 mesi, si rifà al disboscamento coatto e al mostro edilizio che oramai sempre più sta divorando i polmoni verdi del nostro pianeta.
Carrell deve salvare il mondo da questo e per farlo deve costruire un’arca.
Il punto è che proprio il tema è probabilmente troppo pretenzioso per quella che resta comunque una commedia, soprattutto se poi andiamo a vedere con quale superficialità, assurdità e poca credibilità è stato trattato.
Qualcuno dovrebbe spiegarci poi come sono riusciti a spendere 170 milioni di dollari per 90 minuti di pellicola!

Gli effetti speciali, tra l’altro non eccelsi, sicuramente non giustificano una spesa simile, considerando che alla fine copriranno si e no 15 minuti di film, mentre sicuramente ottimo è stato il lavoro svolto dal probabile esercito di addestratori assunti per poter far fare ai tantissimi animali presenti nel film quello che poi son incredibilmente riusciti a fare.
A volte si ride, alcune battute meritano un sorriso, la visione farà sicuramente piacere ad un “pubblico familiare”, Carrell indubbiamente conferma tutte le sue qualità, il cast di contorno è spesso meritevole, vedi l’assistente Wanda Skyes, Morgan Freema e lo stagista Jonah Hill, altre imbarazzante, vedi Lauren “Una mamma per Amica” Graham, altre impalpabile, vedi John Goodman, ma il film è troppo buonista, punta tutto sul tema centrale della famiglia, della fede e degli Atti Reali di Cortese Affetto, che alla fine finiscono sempre per ripagarti con gli interessi, finendo per trasformare l’Impresa da Dio in un’Impresa di sopportazione da eccesso di stucchevolezza!

Voto:5

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