Chi è gay ed è di Roma non può che esser rimasto sconvolto dalla notizia dell’omicidio di un giovane 23enne, Luca Varani, seviziato e trucidato da due amici, Manuel Foffo e Marco Prato.
Quest’ultimo, infatti, è un volto noto della movida glbtq capitolina. Tra gli organizzatori di alcune serate gay romane, è un nome più che conosciuto nell’ambiente. Quanto trapelato nelle ultime 24 ore lascia di sasso. Il ragazzo ucciso, Varani, sarebbe stato invitato ad un festino dai due amici, che sotto effetto di coca ed alcool l’hanno poi massacrato. A confessare l’omicidio Manuel, con Prato che avrebbe tentato il suicidio dopo esser fuggito in un albergo di Piazza Bologna. Ora entrambi sono in carcere.
Ebbene nelle ultime ore si è fatta strada una versione ancor più inquietante, che vorrebbe i due aver perso la testa dinanzi ad un NO del giovane ad un rapporto sessuale a tre. Ufficialmente fidanzato con una donna, Luca aveva pubblicato sul proprio profilo FB un’immagine alquanto esplicita ed omofoba, che testualmente recitava: “Dio non creò Adamo e Claudio”.”No ai matrimoni gay” e “W la famiglia”. Secondo quanto riportato da La Stampa questo potrebbe essere un indizio per provare a motivare quella folle mattanza che ha poi preso vita, inspiegabile per gli stessi assassini. Tutto ciò con l’immancabile circo mediatico dell’orrore pronto a partire, come vuole tradizione, tra titoli sensazionalistici sull’universo glbtq italiano e inevitabili strumentalizzazioni.
Da qualche parte ho infatti già letto che questo sarebbe il ‘mondo gay che chiede diritti, tutto sesso e droga‘. Se non fosse che festini a base di droga, alcool e follia, lucida o illogica che sia, non conoscano orientamenti sessuali di alcun tipo.