“Ce ne ricorderemo. E ci ricorderemo del premier in particolare. Ce ne ricorderemo, visto che non noi ma lui ha legato il suo futuro politico al referendum sulle riforme. E quella è una bella data in cui ci ricorderemo chi ci ha offeso in maniera arrogante e proterva”.
“Il maxiemendamento su cui il governo si appresta a porre la fiducia è frutto di una strategia antidemocratica e di una cultura menzognera. Il popolo del Family Day non si riconosce in esso e constata irritato che si è rimasti sordi alle sue richieste”. “Questo popolo, che sta trasformando delusione e amarezza in vera e propria rabbia, di sicuro prenderà i provvedimenti necessari per presentare il conto a chi di questo popolo si è totalmente fatto beffai, ci saranno di sicuro i circoli per il no” alle unioni civili al referendum”.
Minacce tutt’altro che velate di Massimo Gandolfini, presidente del Comitato Difendiamo i Nostri Figli nonché portavoce del movimento che ha animato il Family Day, per un Renzi riuscito in un’impresa che io definirei quasi epocale.
Riuscire a scontentare sia il movimento glbtq che i cattoestremisti del Family Day.
In una botta sola.
Fenomeno.