“Articolo 11 del Codice di Giustizia Sportiva della Figc: “1. Costituisce comportamento discriminatorio, sanzionabile quale illecito disciplinare, ogni condotta che, direttamente o indirettamente, comporti offesa, denigrazione o insulto per motivi di razza, colore, religione, lingua, sesso, nazionalità, origine etnica, ovvero configuri propaganda ideologica vietata dalla legge o comunque inneggiante a comportamenti discriminatori. 2. Il calciatore che commette una violazione del comma 1 è punito con la squalifica per almeno dieci giornate di gara o, nei casi più gravi, con una squalifica a tempo determinato e con la sanzione prevista dalla lettera g) dell’art. 19, comma 1, nonché con l’ammenda da € 10.000,00 ad € 20.000,00 per il settore professionistico. I dirigenti, i tesserati di società, i soci e non soci di cui all’art. 1 bis, comma 5 che commettono una violazione del comma 1 sono puniti con l’inibizione o la squalifica non inferiore a quattro mesi o, nei casi più gravi, anche con la sanzione prevista dalla lettera g) dell’art. 19, comma 1, nonché, per il settore professionistico, con l’ammenda da € 15.000,00 ad € 30.000,00“.
Carta canta, potremmo dire.
Il caso Maurizio Sarri, esploso ieri sera al termine di Napoli-Inter grazie alle accuse in diretta tv di Roberto Mancini, insultato al grido ‘frocio, finocchio’ dal collega di panchina, è ufficialmente finito sulla scrivania del giudice sportivo Gianpaolo Tosel, chiamato a decidere sul PESO della squalifica da infliggere all’allenatore del Napoli, squadra che guida il Campionato di Serie A.
Regolamento alla mano, Sarri rischia ALMENO 4 mesi di squalifica e una multa che va dai 15.000 ai 30.000 euro. Paradossalmente l’allenatore toscano potrebbe NON festeggiare l’eventuale Scudetto della sua squadra. Non sul campo, almeno.
Ma la mano di Tosel non potrà che essere PESANTE, almeno in questo caso, vista la risonanza INTERNAZIONALE che il caso ha avuto.
Limitarsi ad un buffetto sulla mano, poi, sarebbe a dir poco diseducativo, perché da domani qualsiasi calciatore e/o allenatore potrebbe insultare liberamente gli avversari, senza andare incontro a sanzioni di chissà quale tipo.
Nell’attesa Giovanni Malagò, presidente del CONI, ha fortunatamente preso posizione, condannando Sarri.
“Ok le scuse, ma se quelle frasi sono state dette non capisco la giustificazione di Sarri, cioè che quelle cose devono rimanere in campo. Sarri è intelligente e sa che non si possono circoscrivere quelle cose a un discorso di campo altrimenti non si finisce mai“.