Il seme della violenza cresce ovunque, anche nella provincia più piccola e noiosa, nella famiglia più felice ed affiatata, nella persona, apparentemente, più buona e gentile. Questo esce fuori dal genio visionario di Cronenberg. Il talento canadese abbandona per una volta i “suoi” mostri, che trovano l’apice ne “Il pasto nudo“, per dedicarsi ad un altro mostro, ancora più inquietante, perchè reale, onnipresente e sempre pronto ad uscir fuori da ognuno di noi. Un mostro che si chiama violenza, che si autoalimenta, si rigenera, traendo forza da un feedback positivo tanto improvviso quanto inarrestabile. L’ennesimo film riuscito, questo, per Cronenberg, aiutato da un cast di attori in stato di grazia, dove Mortensen abbandona in fretta la corona del re del signore degli anelli, mantenendo solo la voce di Pino Insegno, Maria Bello dimostra di avere ben altre qualità oltre a quelle che riporta nel cognome, Ed Harris sforna l’ennesima prestazione da applausi, dopo ben 4 nomination all’oscar andate a vuoto, e William Hurt, che appare solo per pochissimi minuti, ritorna in auge dopo un “periodo no” durato decisamente troppo a lungo.
Un film da vedere, per gli amanti di Cronenberg e del bel cinema.
VOTO: 7