“Ho paura per mio figlio” Rocco Papaleo e il suo timore più grande

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Rocco Papaleo non ha sempre pensato di diventare un attore. Da giovane immaginava di fare il professore, un lavoro più convenzionale che gli sembrava naturale imitare, influenzato dall’immagine di suo padre, impiegato, alle prese con l’ufficio, il mal di testa e la cibalgina. “Non credevo che la mia esuberanza e voglia di divertire mi avrebbero portato a fare questo mestiere”, ha confidato Papaleo al settimanale Specchio, rivelando come, da bambino, la sua visione del lavoro fosse associata a un contesto d’ufficio. Dopo il liceo, si iscrisse prima a Ingegneria e poi a Matematica, ma la strada accademica non si rivelò la sua vera vocazione.

Papaleo si autodefinisce un “pigro creativo”, un ossimoro che descrive bene il suo approccio alla vita e al lavoro. Anche a 66 anni, dice di sentirsi ancora “un ragazzo con tutta la vita davanti”, anche se quella vita, osserva, è ormai composta solo dal tempo che gli resta. Nonostante ciò, non si sente sotto pressione; anzi, ammette che dovrebbe muoversi con più urgenza per risolvere alcune questioni. Con gli anni, ha acquisito “più consapevolezza e saggezza”, un’evoluzione che si riflette nel suo modo di guardare il mondo. “Se da giovane ero più insofferente, oggi sono meno tollerante,” dice, riferendosi a una crescente intolleranza verso la politica, la guerra e, soprattutto, le persone arroganti e prive di gentilezza. “Preferisco l’umiltà,” sottolinea, evidenziando un valore che per lui è diventato sempre più importante nel tempo.

Rocco Papaleo

Rocco Papaleo

Papaleo è nato e cresciuto a Lauria, un piccolo paese della Basilicata che ha forgiato profondamente la sua personalità. Le sue radici sono umili, e lui non dimentica le serate solitarie della sua infanzia da figlio unico. “Ricordo lunghi inverni in cui la sera non potevo uscire. Restavo nella mia stanza. Lì si è creata la mia componente malinconica e sognatrice che mi porto dietro.” Quella solitudine, che poteva sembrare un limite, è diventata uno dei tratti distintivi della sua sensibilità artistica, alimentando il suo spirito creativo e introspettivo.

Gli esordi e la scoperta del palco

Il percorso di Papaleo nel mondo dello spettacolo è iniziato in modo quasi casuale, e sicuramente non privo di umiltà. Il suo primo lavoro a Roma è stato quello di lavapiatti in un locale, un’occupazione modesta ma che gli ha permesso di entrare in contatto con l’ambiente artistico della Capitale. Era un ristorante frequentato da artisti, e lui, dalla finestrella della cucina, li osservava sognando. “Era un locale gestito da lucani, eravamo tutti amici,” ricorda. Nonostante fosse un lavoro saltuario e lontano dal mondo dello spettacolo, quell’esperienza ha rappresentato un primo contatto con un ambiente che lo affascinava.

Se dovesse scegliere tra cinema e teatro, Papaleo non ha dubbi: preferisce il palco, dove sente di essere più a fuoco, di avere una connessione immediata e intima con il pubblico. “Mi sento come una valanga che si gonfia sempre più mentre scende verso valle,” spiega, descrivendo la potenza e l’intensità dell’energia che percepisce quando si trova di fronte a una platea. È una sensazione che nessun set cinematografico può eguagliare, un legame diretto con lo spettatore che si trasforma in adrenalina pura.

Il suo primo vero successo, però, è arrivato con la televisione, grazie al varietà “Evviva” con Milly Carlucci. Papaleo ricorda che nelle prime puntate del programma aveva recitato un monologo che aveva attirato subito l’attenzione, facendolo notare come comico. “Si è iniziato a parlare di me come comico,” racconta, anche se l’esperienza televisiva si concluse presto per mancanza di ascolti. “Forse è stata una fortuna,” riflette, poiché l’interruzione del programma lo ha spinto a cercare altre strade nel mondo dello spettacolo, invece di cristallizzarsi nel ruolo di comico televisivo.

Rocco Papaleo

Rocco Papaleo

Il cinema e l’incontro con Giovanni Veronesi

La svolta decisiva per Papaleo è arrivata con il cinema, grazie all’incontro con il regista Giovanni Veronesi. Papaleo, che si esibiva con il suo amico Rodolfo Laganà cantando canzoni divertenti, venne notato da Veronesi proprio mentre cantava uno dei suoi brani più celebri, “Torna a casa Foca”. Il regista lo segnalò a Leonardo Pieraccioni, che gli offrì un provino per il film “I Laureati”. Papaleo ottenne la parte, e quel film, che divenne un grande successo, gli aprì le porte a nuove opportunità nel mondo del cinema. “La fortuna è stata che quel film ebbe un successo clamoroso,” ricorda, sottolineando come quell’occasione sia stata fondamentale per la sua carriera.

Nel corso degli anni, Papaleo si è costruito una solida carriera cinematografica, distinguendosi per la sua versatilità e il suo umorismo sottile. Ma, nonostante il successo sul grande schermo, non ha mai abbandonato la passione per il palco, che resta il suo ambiente ideale, dove può esprimersi in modo autentico e diretto.

Sanremo e il legame con Gianni Morandi

Un altro momento memorabile nella carriera di Papaleo è stata la partecipazione al Festival di Sanremo nel 2012, accanto a Gianni Morandi. Per lui, Sanremo è stata un’esperienza unica, caratterizzata da emozione e divertimento. “Morandi è meraviglioso, accogliente, complice, non competitivo,” dice, ricordando con affetto il collega e amico. La dimensione teatrale dell’Ariston, pur con tutte le sue limitazioni logistiche, gli ha permesso di sentirsi a suo agio, senza la pressione delle telecamere che, in quel contesto, passavano in secondo piano rispetto al contatto diretto con il pubblico.

La preoccupazione per il futuro del figlio

Anche se oggi Papaleo è un artista affermato, non manca di riflettere sul futuro e su ciò che verrà dopo di lui. Pensando a suo figlio, ammette di avere qualche timore. La sua paura principale è che, una volta che lui non ci sarà più, il figlio possa “adagiarsi su questa sicurezza senza trovare una passione vera”. Consapevole dell’importanza della dedizione e della fatica per ottenere soddisfazioni reali, cerca sempre di trasmettere al figlio il valore del lavoro e della perseveranza. “Ciò che ti provoca fatica ti dà più soddisfazione,” gli ricorda, condividendo una lezione di vita che è stata fondamentale anche per lui.

Rocco Papaleo ha fatto molta strada dal suo paese natale in Basilicata e dalle serate solitarie della sua infanzia. È un attore eclettico, capace di passare con naturalezza dal teatro al cinema, dalla televisione alla musica. E, pur avendo raggiunto il successo, conserva la sua umiltà e la capacità di osservare il mondo con uno sguardo malinconico e ironico, proprio come quel ragazzo sognatore che restava nella sua stanza, in attesa che la vita gli mostrasse la sua vera vocazione.

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