C’è fermento dietro le quinte della televisione italiana, una chiusura inattesa che scuote uno dei programmi su cui la Rai aveva deciso di puntare. Il programma “L’Altra Italia”, condotto da Antonino Monteleone, noto per il suo passato di giornalista d’inchiesta, giunge al capolinea. Giovedì 31 ottobre, Rai 2 trasmetterà l’ultima puntata di una trasmissione che doveva rappresentare un punto di svolta nella programmazione. Chi se lo sarebbe mai aspettato?
A rendere nota la decisione è stata la Direzione Approfondimento della Rai, che attraverso una dichiarazione ufficiale ha lasciato intuire che nulla è stato lasciato al caso. “Nelle prossime settimane, insieme al conduttore Monteleone e ai responsabili di Direzione Distribuzione e Direzione Marketing, esploreremo la possibilità di creare una nuova trasmissione, rivedendo format e collocazione in palinsesto”. Parole che lasciano intravedere una possibile rinascita sotto una veste diversa, ma che sanciscono anche un addio definitivo a quello che avrebbe dovuto essere il talk show d’approfondimento alternativo per eccellenza.
L’Altra Italia era nato con un’ambizione particolare, l’idea di affiancare il dibattito politico e sociale italiano con una prospettiva diversa, di rottura, in netto contrasto con format consolidati come quello di Piazzapulita di Corrado Formigli. Con Monteleone al timone, la trasmissione aspirava a divenire un polo di discussione e critica verso le attuali questioni italiane, con uno sguardo più critico e conservatore. Eppure, le ambizioni si sono scontrate con la realtà dei dati: gli ascolti non hanno premiato il format, e un esperimento tanto ambizioso si è dovuto arrendere.
Le cause del fallimento sono state oggetto di commenti e analisi da parte di osservatori e critici. Da una parte, c’è chi ha evidenziato una mancanza di promozione efficace, un’assenza di visibilità adeguata che, secondo alcuni, ha pesato enormemente. Dall’altra parte, l’amministratore delegato della Rai, Carlo Rossi, ha puntato il dito sui critici televisivi, accusandoli di decretare troppo in fretta il successo o l’insuccesso di un format appena nato. Rossi ha sottolineato come spesso i giudizi siano espressi in modo istantaneo, quasi a decidere da subito il destino di una trasmissione. Eppure, la realtà televisiva è spietata: gli ascolti sono inappellabili, e non c’è margine per discutere con l’audience.
Questa chiusura rappresenta una ferita aperta per la Rai, che con Paolo Corsini alla guida della Direzione Approfondimento aveva scelto di scommettere su un prodotto nuovo, capace di affermarsi in un contesto già dominato da talk show d’approfondimento storici. Ma Corsini non è Angelo Guglielmi, figura leggendaria che trasformò il modo di fare televisione pubblica negli anni passati. La sua eredità resta irraggiungibile, e ogni nuovo esperimento viene inevitabilmente messo a confronto con quei modelli, oggi ormai ritenuti inarrivabili.
Monteleone stesso, con la sua esperienza e il suo passato, era una scelta particolare, un volto che sarebbe potuto diventare il simbolo di un nuovo stile comunicativo e di un cambio di direzione. Ma il rischio non ha dato i frutti sperati, e la delusione si avverte. Se si pensa al progetto iniziale, viene naturale chiedersi se sia stato realmente supportato a dovere o se sia rimasto intrappolato tra scelte di marketing poco incisive e una strategia comunicativa che non ha saputo dargli forza.
Eppure, qualcosa lascia intravedere un filo di speranza. Le parole della Rai sembrano suggerire che, se “L’Altra Italia” si chiude, potrebbe esserci già un progetto per riempire il vuoto che lascia. L’interesse della rete e della direzione non sembra svanito, ma si sposta verso un format nuovo, che possa valorizzare le competenze e il carisma del conduttore e offrire una collocazione che riesca davvero a farlo emergere.
Questa chiusura lascia molti dubbi e altrettante domande, ma apre anche alla possibilità di un cambiamento positivo. Chissà se, nel prossimo futuro, Monteleone tornerà con un programma in grado di rispecchiare le sue potenzialità e di conquistare il pubblico.