Il racconto di Gabriele Muccino ha un’intensità rara. Nella sua recente intervista a “5 in Condotta” su RaiRadio 2, il regista ha ripercorso i momenti chiave della sua carriera e le scelte coraggiose che lo hanno portato a superare difficoltà personali e professionali. Parlando con i giornalisti Serena Bortone e Francesco Cundari, Muccino ha mostrato un lato umano e vulnerabile, descrivendo la strada accidentata che lo ha portato a realizzare il suo sogno. Tra queste difficoltà, ha ricordato con emozione il periodo in cui, giovane e insicuro, si confrontava con la propria balbuzie, un limite che molti avrebbero considerato insormontabile in un mondo che richiede fermezza e sicurezza.
Muccino racconta di come, nonostante queste difficoltà, abbia deciso di non farsi fermare dal giudizio altrui. “Vai contro il giudizio degli altri che ti sta tarpando e cerca di seguire questa luce che ti parla e che ti dice di andare in quella direzione” sono le sue parole, intrise di speranza e di tenacia. Questa determinazione lo ha portato a scegliere la strada della regia, un percorso in cui la scelta degli attori e l’intesa tra i protagonisti rivestono per lui un’importanza fondamentale. Muccino descrive il processo di casting come un’arte meticolosa, dove la “chimica” tra gli attori è tutto. “Faccio provini ‘alchemici’ con i protagonisti,” spiega, “per sentire se si affiatano, perché la chimica non la puoi infondere, è una cosa di pelle.” È una visione quasi mistica, in cui l’equilibrio tra i volti del cast si trasforma nella base stessa delle storie che Muccino vuole portare sullo schermo.
La sua attenzione alla scelta dei personaggi è così profonda perché, spesso, le storie che racconta nascono da una parte di sé, da esperienze e riflessioni che sentiva di dover tradurre in immagini. “Tra la vita e i miei film il rimando è inevitabile,” confida Muccino, ammettendo che, come i protagonisti dei suoi film, anche lui ha commesso errori. “A volte mi sono tuffato nelle cose per convinzione, altre volte ci sono entrato sapendo che erano sbagliate.” È un percorso umano, che mostra il lato imperfetto e autentico di un regista che non ha mai cercato di nascondere le sue fragilità.
Durante l’intervista, Muccino ha anche riservato un commento speciale a Damiano David, il carismatico cantante dei Maneskin, che di recente ha intrapreso un percorso solista. Alla domanda se vedrebbe Damiano in un suo film, il regista risponde con entusiasmo, sottolineando quanto il “físico e il viso” del cantante lo rendano perfetto per la macchina da presa. “Con quella faccia e con quel fisico può essere tutto,” dice, suscitando subito curiosità tra i fan del cantante. Muccino lascia così intendere che, per lui, il talento e la presenza scenica vanno oltre la semplice interpretazione: sono una forza naturale, un’energia che trasmette autenticità sul grande schermo.