Carlo III, nuova disgrazia per lui: nessuno si aspettava un trattamento cosi

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La visita di un monarca britannico in Australia raramente passa inosservata, ma questa volta l’accoglienza ha assunto toni del tutto inaspettati, quasi drammatici. La senatrice aborigena Lidia Thorpe, con un piglio deciso e parole pungenti, ha scosso il viaggio ufficiale di Re Carlo e della sua consorte Camilla, con una protesta che ha riportato a galla tensioni mai sopite tra la storia coloniale del Paese e il presente. Era la loro seconda giornata a Canberra, e l’atmosfera, carica di protocollo e formalità, è stata stravolta dai toni accesi e diretti della senatrice. Di fronte a un pubblico sorpreso, Thorpe ha rivendicato un diritto di appartenenza e di giustizia, accusando la monarchia britannica di “genocidio” nei confronti delle popolazioni indigene.

carlo in pubblico

Re Carlo III durante un evento pubblico – Spetteguless.it

Tra gli eleganti saloni del Parlamento del Commonwealth, questo episodio ha sollevato una questione che, come un’ombra, accompagna ancora oggi i rapporti tra Inghilterra e Australia. “Avete commesso un genocidio contro il nostro popolo, restituiteci la nostra terra!”, ha tuonato Thorpe, mentre si avvicinava al palco dove il re, poco prima, aveva terminato un discorso che intendeva essere conciliante e rispettoso. Un discorso di riconciliazione? Forse, ma le parole della senatrice aborigena hanno segnato un punto di rottura. Thorpe, con la sua voce carica di emozione e risentimento, ha proseguito con parole ancora più incisive, puntando il dito contro il monarca e chiedendo “restituiteci quello che avete rubato. Le nostre ossa, i nostri teschi, i nostri bambini, la nostra gente”. La sua protesta risuonava non solo nella sala, ma nel cuore di ogni spettatore.

Mentre gli ufficiali di sicurezza tentavano di riportare la calma allontanando la senatrice, l’immagine di Thorpe, avvolta in una pelliccia di opossum, uno degli animali simbolo dell’Australia, è rimasta impressa. Con un ultimo grido “Non siete dei nostri. Fermate le vostre vacanze”, Thorpe ha concluso la sua appassionata protesta, lasciando un segno indelebile in una visita che molti ricorderanno come un momento di svolta. La sua figura, decisa e fiera, ha catturato l’attenzione, richiamando la storia e i diritti di un popolo che ancora cerca giustizia e riconciliazione.

Di fronte a una contestazione così accesa, il discorso di Re Carlo è apparso quasi sbiadito. Poche frasi prima dell’interruzione, il re aveva parlato delle popolazioni aborigene, descrivendo come la loro “antica saggezza” lo avesse “plasmato e arricchito”. Parole rispettose, certo, ma forse inadeguate a sanare ferite così profonde. La tensione era palpabile, e l’intervento di Thorpe ha trasformato un discorso di circostanza in una riflessione collettiva sul passato coloniale dell’Australia. Il richiamo alla saggezza indigena è sembrato quasi ironico alla luce delle accuse che aleggiavano nella sala. Carlo, che per la prima volta si recava in Australia dopo la sua diagnosi di cancro, ha dovuto affrontare non solo la sfida personale della malattia, ma anche la complessità dei rapporti storici e politici tra la monarchia e l’Australia.

Il loro arrivo a Canberra è stato segnato anche dalle parole di benvenuto del primo ministro australiano Anthony Albanese e del leader dell’opposizione Peter Dutton, i quali hanno manifestato gratitudine ai reali britannici per il loro sostegno al popolo australiano. Albanese ha espresso un riconoscimento particolare al rispetto dimostrato da Carlo, un atto significativo in un periodo in cui l’Australia continua a interrogarsi sul proprio futuro costituzionale e sul legame con la corona. Nonostante questo momento di cortesia, la contestazione di Thorpe ha messo in evidenza una questione più profonda, che va oltre la semplice diplomazia e tocca la natura stessa della relazione storica tra Australia e Gran Bretagna.

Questa prima visita ufficiale di Carlo in Australia dopo la diagnosi di cancro proseguirà per nove giorni, toccando anche Samoa, ma il viaggio è stato accompagnato da una decisione politica significativa. L’invito ai governatori dei sei Stati australiani, tutti di fede repubblicana, è stato rifiutato in segno di dissenso, un chiaro segnale che il sentimento repubblicano in Australia non è affatto sopito. La richiesta della senatrice Thorpe di “un trattato” si è unita alla memoria del “genocidio” subito dagli aborigeni durante l’epoca coloniale britannica, un periodo compreso tra il 1787 e il 1901 in cui migliaia di indigeni furono uccisi. Questo episodio, sepolto sotto decenni di storia, è emerso di nuovo durante la visita di Carlo, ricordando al mondo quanto sia complesso il rapporto tra la nazione australiana e le sue radici indigene.

La storia ci mostra che l’indipendenza formale dell’Australia dalla Gran Bretagna non ha mai cancellato completamente il legame con la monarchia. Il tentativo di trasformare l’Australia in una repubblica, svoltosi nel 1999 attraverso un referendum, fallì. E ancora nel 2023, una nuova proposta per creare un’Assemblea consultiva indigena ha incontrato lo stesso esito. La realtà è che, al di là dei cambiamenti moderni e della crescita politica del Paese, l’Australia rimane una monarchia parlamentare federale, uno degli Stati membri del Commonwealth, e la figura del re continua a rappresentare un simbolo che alcuni considerano legato al passato coloniale.

Re Carlo III foto ufficiale discorso pasqua

Re Carlo III foto ufficiale – Spetteguless.it

L’episodio di Thorpe non rappresenta solo una protesta individuale, ma anche una richiesta collettiva di giustizia e riconciliazione. Il grido della senatrice e la sua protesta appassionata racchiudono il desiderio di una parte dell’Australia di vedere finalmente riconosciuti i diritti degli indigeni. Questa controversia ha portato alla luce una ferita mai realmente guarita, una tensione latente che ancora oggi accompagna le relazioni tra il popolo australiano e la monarchia britannica. La protesta di Thorpe è diventata così un simbolo, un richiamo alla storia, ma anche una sfida per il futuro: riconciliare il passato e cercare di costruire un nuovo rapporto, fondato sul rispetto e sulla comprensione reciproca.

Con il proseguire del viaggio di Carlo, l’Australia e il mondo intero osserveranno se emergeranno altri momenti di riflessione e confronto, o se la visita del re si concluderà senza ulteriori sorprese. La presenza del monarca britannico in Australia, pur rivestendo un significato diplomatico, rappresenta anche un’opportunità per ripensare il ruolo della monarchia nel Paese e riflettere su come la storia e le aspirazioni moderne possano trovare un punto di incontro.

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