Chiara Ferragni e l’eventuale “truffa”: cosa ha scritto per difendersi da tutto

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Un mistero si infittisce attorno a Chiara Ferragni, e non è legato alle sue solite attività digitali o alle collaborazioni con i marchi di lusso. Stavolta, il suo nome è collegato a qualcosa di molto più complesso e delicato: un’indagine per truffa aggravata legata alla commercializzazione di alcuni prodotti dolciari di grande successo. E mentre la questione si fa sempre più intricata, l’influencer più famosa d’Italia si prepara a difendersi. Non c’è richiesta di interrogatorio, almeno per il momento, ma dietro le quinte, i suoi legali stanno già lavorando a una memoria difensiva che potrebbe risolvere la vicenda in modo definitivo.

Sembra che l’intenzione della Ferragni sia quella di affrontare la situazione senza esporsi troppo. Le sue scelte legali sono ponderate e strategiche: niente comparsa diretta davanti ai magistrati, ma piuttosto una solida difesa scritta, affidata agli avvocati Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana. La questione è delicata e, secondo le indiscrezioni, la difesa punta a dimostrare che l’accusa non ha fondamento penale. In particolare, gli avvocati intendono convincere i magistrati che i fatti contestati sono già stati risolti in altre sedi, in particolare davanti all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.

Chiara Ferragni look

Chiara Ferragni e il suo nuovo look- Spetteguless.it

L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Cristian Barilli, ha sollevato molte domande su come sono stati commercializzati alcuni prodotti legati all’immagine di Chiara Ferragni: il celebre pandoro “Pink Christmas” e le uova di Pasqua “Dolci Preziosi”. Questi dolci non sono stati venduti solo come prodotti di alta qualità, ma anche come parte di un’iniziativa benefica. E qui entra in gioco il nodo centrale delle accuse: sono state fornite informazioni fuorvianti ai consumatori, facendo loro credere che una parte consistente dei ricavi sarebbe stata destinata a cause benefiche, come l’ospedale Regina Margherita di Torino e l’associazione Bambini delle Fate. Ma secondo i pm, la realtà sarebbe stata diversa.

Le indagini, partite nel dicembre 2023 dopo una multa inflitta dall’Antitrust alle società Tbs Crew e Fenice, coinvolgono, oltre a Chiara Ferragni, anche altri nomi di rilievo. Fabio Damato, un ex collaboratore dell’influencer, Alessandra Balocco, amministratore delegato della celebre azienda dolciaria piemontese, e Francesco Cannillo, presidente di Cerealitalia-ID spa, sono tutti chiamati in causa per chiarire il loro ruolo nella vicenda. Le accuse contestano un ingiusto profitto di oltre 2 milioni di euro, ottenuto attraverso informazioni incomplete o ambigue sulla reale destinazione dei fondi.

In particolare, i magistrati ritengono che i consumatori siano stati indotti a credere che acquistare quei dolci significasse sostenere concretamente i bambini dell’ospedale torinese e l’associazione benefica. In realtà, sempre secondo l’accusa, l’ospedale aveva già ricevuto una donazione di 50 mila euro da parte di Balocco, e l’associazione aveva beneficiato di 36 mila euro da parte di Cerealitalia, versati in un periodo di due anni. Non ci sarebbe quindi stata alcuna correlazione tra le vendite dei dolci e i contributi benefici, come invece sembrava emergere dalle campagne pubblicitarie.

La difesa di Ferragni è chiara: non ci sarebbe stato alcun inganno deliberato, e le donazioni erano già state definite prima ancora dell’inizio delle operazioni di vendita. Inoltre, si sottolinea che la vicenda ha già trovato risoluzione presso le autorità competenti in materia di concorrenza, e che l’accusa di truffa aggravata è priva di fondamento. Gli avvocati di Ferragni, durante l’incontro con la Procura di Milano, hanno chiesto più tempo per preparare e depositare la memoria difensiva. Questo documento rappresenterà un passaggio cruciale nella strategia della difesa, con l’obiettivo di convincere i pm a chiudere il caso senza ulteriori sviluppi giudiziari.

Se questa strategia non dovesse avere successo, la Procura potrebbe decidere di proseguire con una citazione diretta a giudizio, probabilmente entro la fine dell’anno. In questo caso, il processo porterebbe ulteriore attenzione mediatica su una vicenda già sotto i riflettori.

Nel frattempo, la Ferragni non è l’unica a dover fare i conti con queste accuse. Il suo ex collaboratore e i dirigenti delle aziende coinvolte sono al centro di un’indagine che mette in discussione non solo le operazioni commerciali, ma anche l’immagine pubblica che ne è derivata. Il legame tra i prodotti dolciari e l’iniziativa benefica è stato utilizzato come uno strumento di marketing molto efficace, ma proprio su questo punto si concentrano le contestazioni dei magistrati.

Stile preppy Chiara Ferragni

Stile preppy Chiara Ferragni- Spetteguless.it

L’influenza di Chiara Ferragni e il suo marchio personale sono stati decisivi nel promuovere i dolci e nell’associare il loro acquisto a un atto di generosità. Ma secondo la Procura, questo legame tra marketing e beneficenza non era trasparente. Il rischio, per l’influencer, è che questa vicenda possa danneggiare non solo la sua immagine pubblica, ma anche la fiducia che milioni di consumatori ripongono in lei e nei marchi che rappresenta.

La vicenda resta aperta e l’attesa per una decisione definitiva è alta. Mentre i legali si preparano a depositare la loro memoria difensiva, il mondo dell’informazione e dei fan della Ferragni resta in sospeso, aspettando di capire se questa intricata questione giudiziaria si risolverà con un’archiviazione o se si aprirà un capitolo ancora più complesso.

Meta descrizione: Un caso delicato che coinvolge Chiara Ferragni e alcune aziende dolciarie. Tra accuse di truffa e beneficenza, il mistero si infittisce.

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