Rose Villain parla in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale: “Ci ho portato anche mio papà”

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La cantante rivelazione dell’ultima edizione del Festival di Sanremo è intervenuta, ieri, in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale. Rose Villain ha raccontato la sua esperienza a La Stampa, rivelando anche alcuni aspetti inediti della sua vita privata, che ha visto il coinvolgimento anche di una persona a lei molto vicina.

Rose V

Selfie di Rose Villain – Spetteguless.it

La sua Click, Boom! presentata all’ultimo Festival di Sanremo ha fatto faville, e ancora oggi è tra i pezzi più programmati delle maggiori emittenti radiofoniche. Rose Villain dopo anni di gavetta si è imposta in Italia, e ieri ha rilasciato un’interessante intervista al quotidiano La Stampa in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale. Un problema da non sottovalutare, e che oggi affligge parecchi giovanissimi.

Rose ha voluto dire la sua e soprattutto parlare dell’esperienza personale vissuta, che ha coinvolto una persona a lei molto vicina. Nata Rosa Luini, figlia del patron della Tucano, ha mostrato fin dagli anni delle superiori una passione per il canto, che è poi proseguita con il suo trasferimento a Los Angeles prima e New York dopo. Nella “città degli angeli” si è quindi diplomata al conservatorio di musica contemporanea, dando il via alla sua gavetta. Dopo aver debuttato discograficamente negli States, ha fatto quindi il bis in Italia, collaborando con alcuni tra gli artisti più noti della scena trap e rap nostrana.

Rose Villain dice la sua sulla salute mentale e fa un’importante ammissione

“Devo fare una cosa che mi faccia stare bene al giorno” ha spiegato al quotidiano torinese, rivelando non solo di avere chiesto lei stessa aiuto a degli specialisti, ma di avere anche coinvolto lo stesso padre. Rose ha quindi lanciato un messaggio alle istituzioni: “È importante che lo Stato faccia qualcosa per rendere accessibile a tutti l’assistenza mentale, nelle scuole e dovunque ci sono dei giovani bisogna fare informazione spiegando loro che fare terapia non è impossibile né svilente”.

 

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“Chiedere aiuto è una cosa bellissima, ma non solo per i giovani, attenzione. Io stessa ho alzato di peso mio papà e l’ho mandato a fare terapia perché sapevo che gli avrebbe fatto bene e ora mi ringrazia” ha spiegato a La Stampa Villain, che ha coinvolto anche il padre in questa sua nuova consapevolezza, a quanto pare rendendolo consapevole che, spesso, avere bisogno di aiuto non è sinonimo di debolezza. Un messaggio che, in una giornata tanto importante per i giovanissimi e non solo, arriva quanto mai opportuno: analizzarsi e alzare la mano nel momento del bisogno è quanto ci possa essere di più maturo. Rose insegna.

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