Il grande attore americano ha rilasciato una lunga intervista in occasione dell’uscita della sua autobiografia Sonny boy, nella quale ha raccontato aneddoti sconcertanti sulla sua vita pubblica e privata, compreso quello sulle sue spese folli e i problemi che gli ha comportato. al Pacino ha svelato di avere accettato un compromesso proprio perché finito al verde.
C’è grande attesa per l’autobiografia di uno dei più importanti attori del cinema mondiale e, a quanto pare, è ben riposta. Al Pacino intervistato dal New York Times, ha parlato del suo libro Sonny boy, svelando qualche anteprima piuttosto succosa. Un aneddoto, in particolare, lascia davvero basiti: l’artista ha spiegato di essere dovuto scendere a compromessi in un periodo particolare della sua carriera, quando era rimasto senza un soldo, portandolo a accettare progetti, in particolare uno, in cui non credeva affatto.
Esploso negli anni Settanta, grazie a quattro pellicole ritenute oggi dei capisaldi della cinematografia internazionale, ovvero Serpico, Quel pomeriggio di un giorno da cani e Il Padrino e Il Padrino II, Al Pacino si è imposto come uno degli attori più interessanti, grazie alle sue convincenti interpretazioni. Carriera culminata con la vittoria del Premio Oscar per il miglior attore nel 1993, grazie al film Scent of a Woman – Profumo di donna.
Al Pacino, esce l’autobiografia Sonny boy: l’attore tra problemi economici e la “quasi” morte per Covid
L’attore 84enne ha raccontato al New York Times di aver vissuto momenti molto difficili negli anni Duemila, a causa di una truffa perpetrata dal suo commercialista, e anche la sua tendenza a avere le mani bucate. Una situazione che lo ha spinto anche a accettare parti in film in cui credeva ben poco, come nel caso di Jack and Jill con Adam Sandler: “È una parte buffa. Era un periodo in cui dovevo farlo perché non avevo soldi, il contabile che mi aveva truffato era finito in prigione e avevo bisogno di qualcosa subito. Così ho accettato”.
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Ai tempi, anche prima della truffa del suo commercialista, Al Pacino era arrivato a spendere anche 300-400.000 dollari al mese, chiaramente qualcosa non gestibile nel lungo periodo, un suo difetto sul quale, ora, riesce a scherzare. Non così divertente, invece, quanto accadutogli durante la pandemia da Covid-19: “Ero seduto a casa mia e sono sparito. Così. Non c’era polso. In pochi minuti erano lì. C’erano circa sei paramedici e due medici in salotto, e avevano questi abiti da astronauti che sembravano provenire dallo spazio. È stato scioccante aprire gli occhi e vederli. Erano tutti intorno a me e dicevano: “È tornato. È qui”. “Non ci avevo mai pensato, ma sa, per un attore è bello dire: una volta sono morto” ha aggiunto tra il serio e il faceto Al, con il suo sorriso sghembo, ormai marchio di fabbrica. Un’autobiografia che si preannuncia già uno dei successi letterari di questo inverno, e sulla quale, ora, molti fan non vedono di metterci le mani sopra.