Omicidi di Nuoro, problemi economici dietro alla strage di Roberto Gleboni?

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C’è ancora grande dolore e sgomento per la strage familiare compiuta il 25 settembre da Roberto Gleboni, operaio forestale che dopo aver ucciso moglie, due figli e il vicino di casa, si è tolto la vita a Nuoro. Gli inquirenti stanno cercando in questi giorni di capire i motivi che hanno spinto l’uomo a aprire il fuoco contro i familiari. Si apre la pista del movente economico.

figlia moglie gleboni

Le vittime Giusi Massetti e Martina Gleboni – Spetteguless.it

Gli inquirenti sono ancora al lavoro per mettere definitivamente a fuoco il movente di Roberto Gleboni, il 52enne che il 25 settembre scorso ha aperto il fuoco in Via Ichnusa a Nuoro, uccidendo la moglie Giusi Massetti, la figlia Martina, il figlio Francesco e il vicino Paolo Sanna, ferendo gravemente anche la madre e l’altro figlio 14enne, prima di togliersi la vita. Descritti inizialmente da tutti come una famiglia tranquilla, nei giorni scorsi sono spuntati nuovi elementi che raccontano uno scenario invece ben diverso.

Se per alcuni conoscenti erano il ritratto della famiglia perfetta, senza mai un litigio, altri parlano di un carattere possessivo e problematico di Roberto Gleboni, e di una crisi profonda che stavano attraversando lui e Giusi, quest’ultima decisa a lasciare il marito. A aiutare le forze dell’ordine nelle indagini saranno le analisi dei cellulari del nucleo familiare, già sequestrati e dati ai periti informatici.

Strage di Nuoro, gli inquirenti vagliano anche la pista economica di Roberto Gleboni

Nonostante Giusi avesse confidato a alcune amiche di essere stanca del marito e volersi rifare una vita e dei vicini avessero sentito una lite furiosa tra i due nei giorni scorsi, le forze dell’ordine indagano anche su un possibile movente economico. La famiglia, a quanto pare, stava attraversando un periodo difficile in questo senso: Giusi aveva ereditato una piccola casa dai suoi nonni, ma la coppia aveva dovuto venderla poiché troppo piccola per la famiglia di cinque e si era trasferita in affitto in via Ichnusa.

 

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È probabile che i soldi della vendita, di cui per ora non si sa nulla, avessero inasprito i conflitti nella coppia. Inoltre, da qualche tempo a questa parte, Giusi aveva iniziato a fare piccoli lavoretti per contribuire all’economia familiare, come ha raccontato un’amica della 43enne: “Da un po’ di tempo Giusi faceva anche dei lavoretti: ricamava, vendeva prodotti alle erbe e altro ancora. Insomma, si dava da fare per integrare lo stipendio del marito” ha spiegato alla stampa. L’unico sopravvissuto della famiglia è il figlio 14enne, ancora ignaro di aver perso tutti i suoi cari, la cui tutela legale è stata per ora affidata all’avvocato Antonio Cualbu.

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