Secondo uno studio trentennale, i cibi ultra processati accorciano la vita di chi li consuma, aumentando il rischio di mortalità.
Fare una spesa salutare ed equilibrata, per molti, è diventato quasi un rebus: sono tantissime le offerte di prodotti “alternativi” o già pronti che promettono di accorciare i tempi di preparazione, velocizzando il momento dei pasti. Un toccasana, diranno alcuni, per chi va sempre di fretta, ma è davvero così? Uno studio svolto in 30 anni ha dimostrato, triste a dirsi, che i cibi ultra processati sono responsabili dell’aumento di mortalità di coloro che li consumano abitualmente.
I cibi ultra processati aumentano la mortalità del 10%: lo studio
30 anni di un lavoro che ha coinvolto, dagli anni ‘90 ad oggi, oltre 540 mila persone, per dimostrare qualcosa che, a grandi linee, sapevamo già, ma che forse non ci fa comodo accettare: i cibi ultra processati sono un pericolo per la nostra salute, e rischiano di procurare danni irreparabili.
Tanto, addirittura, da accorciare la vita: “I risultati del nostro studio supportano un corpus di letteratura più ampio, che indica come l’assunzione di cibo ultra processato abbia un impatto negativo sulla salute e sulla longevità”, afferma Erikka Loftfield del National Cancer Institute.
Nello specifico, seguendo per circa 23 anni le condizioni di salute di persone che consumavano cibi ultra processati, lo studio ha rilevato un rischio di decesso maggiore del 10% in coloro che li consumavano con più frequenza.
A partire dagli anni ‘90, quando lo studio è iniziato, più della metà dei pazienti esaminati, che all’epoca avevano tra i 50 e i 71 anni, è deceduta: i risultati degli studi su di loro hanno portato a determinare che due sottogruppi, tra i vari alimenti altamente processati consumati, incidevano in misura maggiore sul peggioramento delle condizioni di salute. Si tratta di carne altamente lavorata e bevande analcoliche, strettamente legate all’aumento della mortalità.
Cibi ultra processati: quali sono gli alimenti da evitare
Quali sono, nello specifico, gli alimenti cosiddetti “ultra processati”, da consumare con moderazione? A dirlo è la Scala NOVA, che classifica gli alimenti in 4 gruppi, partendo dai più sani. In basso alla classifica, negli ultimi due gradini corrispondenti agli alimenti meno sani, troviamo cibi trasformati e ultra processati.
I primi sono alimenti semplici lavorati il meno possibile, e sottoposti ad esempio a processi di fermentazione, cottura al forno, inscatolamento eccetera. Anche se possono contenere conservanti, tutto sommato non sono alimenti particolarmente dannosi, e questa categoria include formaggi, fagioli e pesce in scatola, pane appena sfornato e verdure.
La categoria a cui fare assolutamente attenzione, invece, include alimenti creati in modo industriale, con l’aggiunta di ingredienti creati artificialmente, come sciroppo di mais, proteine concentrate (vedi l’isolato di soia) e oli idrogenati, ma anche emulsionanti, aromi e coloranti. Di cosa parliamo, quindi?
Gli alimenti da evitare sono patatine in busta, yogurt aromatizzati, bevande energetiche e bibite, latti vegetali, pane confezionato e pollo impanato, salumi e formaggio in scatola e così via. Il rischio, ci dicono gli studi, è concreto: gli alimenti ultra processati sono collegati ad alcuni tipi di cancro, come quello del colon retto, diabete di tipo 2, demenza e malattie cardiache. Attenzione quindi al carrello della spesa!