Pretty Woman: il finale sconosciuto che doveva trasformare il film

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Pretty Woman non è nato per essere la commedia romantica che conosciamo oggi: la trama ed il finale dovevano essere molto diversi.

Julia Roberts e Richard Gere in Pretty Woman.

Pretty Woman (spetteguless.it)

È diventato, negli anni, un vero e proprio cult delle commedie romantiche, il tipico film da guardare e riguardare nelle serate alla “Bridget Jones”, con gelato e un cuore da consolare. Eppure, Pretty Woman non è sempre stato questo. O meglio, l’intento iniziale del film, tra trama e finale, era ben lontano dalla storia d’amore tra due protagonisti così diversi che si salvano l’un l’altro: “oscuro e crudo”, così l’aveva definito Julia Roberts.

Pretty Woman: i segreti del suo successo

La trama ormai la conosciamo tutti: Pretty Woman racconta di Vivian, una giovane prostituta interpretata da Julia Roberts, che accetta con rassegnata positività la sua condizione tirando a campare. Fino a quando, con l’arrivo di Edward, impersonato da un affascinante Richard Gere (il quale ha confessato di non riguardarsi mai nei suoi film), tutto cambia.

Dal chiedere indicazioni stradali, questo freddo uomo d’affari si ritrova non solo a passare la notte con Vivian, ma anche a portarla con sé in veste di accompagnatrice: il loro legame, pian piano, si trasformerà fino a far sbocciare l’amore, scavando nelle loro vite e regalando ad entrambi qualcosa che gli mancava.

Julia Roberts in Pretty Woman.

Julia Roberts in Pretty Woman (spetteguless.it)

E forse è proprio questa chiave da favola moderna il segreto del grande successo di Pretty Woman, in grado di incantare anche a distanza di 34 anni dalla sua uscita nelle sale cinematografiche. Il messaggio di fondo, in fin dei conti, è che anche la vita più complicata e apparentemente disperata può essere trasformata all’improvviso da un evento inaspettato, proprio come è successo a Vivian. La quale, tuttavia, non è stata semplicemente salvata dal principe azzurro: anche lei, in parte, ha trasformato in meglio la vita di Edward.

La trama segreta di Pretty Woman: “crudo e oscuro”

Chissà se il film avrebbe avuto altrettanto successo se la produzione fosse andata avanti basandosi sulla trama originariamente ideata per Pretty Woman: in molti non lo sanno, ma l’intento iniziale dello sceneggiatore era quello di lanciare un messaggio ben lontano dalla favola d’amore che conosciamo oggi. Ad iniziare dal titolo, “3,000”, che J.F. Lawton aveva partorito, insieme alla prima trama della pellicola, a fine anni Ottanta.

L’idea originale, come spiegato da lui stesso, era quella di portare in scena il mondo di Wall Street, ispirato all’omonimo film di Oliver Stone: un universo in cui i grandi finanzieri portavano le compagnie acquistate alla rovina, spesso accompagnandosi a donne costrette a prostituirsi per andare avanti. Ed è qui che entrava in gioco il ruolo della prostituta, utilizzata per denunciare l’enorme disparità sociale che imperversava in America.

A quanto pare, questa versione della pellicola, descritta dalla stessa Julia Roberts come un “film autoriale oscuro e crudo”, era così convincente, per il suo autore, che si era arrivati addirittura i casting, ai quali avevano partecipato nomi come Michelle Pfeiffer e Al Pacino.

I quali, se le cose fossero andate in porto, avrebbero dato vita ad un finale diametralmente opposto rispetto a quello che conosciamo: in origine, il film doveva concludersi con Vivian lanciata da un’auto in movimento per finire in un vicolo buio e sporco. Il suo ultimo “cliente”, dopo averle riservato questo trattamento, le lanciava qualche banconota, il suo “pagamento”.

 

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Per fortuna, prima che la lavorazione della pellicola potesse concludersi fu Disney a salvare la situazione: Laura Ziskin, la produttrice esecutiva di Pretty Woman, si battè per un’idea completamente opposta, regalandoci il classico intramontabile che conosciamo oggi.

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