Considerato uno dei padri fondatori della televisione italiana, su Pippo Baudo si è detto di tutto e di più, ma in pochi sanno che è dovuto affrontare una malattia molto grave superata solo grazie all’estrema forza di volontà e cure molto innovative. Questo è ciò che ha detto il conduttore.
Famoso per avere presentato alcuni dei programmi più visti e conosciuti della televisione italiana e portato al successo numerosi personaggi del piccolo schermo, Pippo Baudo è stato per anni volto istituzionale della Rai, protagonista di show storici e memorabili, tra i conduttori che hanno guidato più edizioni del Festival di Sanremo.
Nato in Sicilia nel 1936, dopo la laurea in Giurisprudenza ha deciso di dedicarsi interamente alla sua passione per lo spettacolo. Tra le prime trasmissioni da lui condotte ci sono Guida degli emigranti, Telecruciverba e Primo piano, ma a decretarne la prima notorietà è lo show Settevoci, da lui condotto a partire dal 1966.
Contrariamente alle previsioni, la trasmissione si rivela molto amata dal pubblico a casa e lancia inaspettatamente la carriera di Baudo. Il successivo decennio lo vede protagonista di Sabato sera, Canzonissima e Luna Park, ma saranno gli anni Ottanta a consacrarlo definitivamente, grazie non solo ai Festival di Sanremo presentati ma anche alla trasmissione Fantastico, nella quale farà debuttare una giovanissima Lorella Cuccarini.
Pippo Baudo, il conduttore racconta la grave malattia che l’ha colpito
Molto attivo anche negli anni Novanta e Duemila, a partire dagli anni Duemiladieci ha iniziato gradualmente a mostrarsi di meno sul piccolo schermo, anche per l’avanzare dell’età. Oggi, a 87 anni, ogni tanto si concede qualche fugace ospitata in TV, ma prevalentemente si gode la meritata pensione, dopo più di 60 anni di carriera. Ciò che non tutti sanno, è che oltre ai tanti successi che lo hanno visto protagonista, Pippo ha dovuto anche affrontare un grave male, il cancro alla tiroide.
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“Ero preoccupatissimo. Avevo il cancro e facevo la prima Canzonissima della mia vita. Prendevo una tiroide naturale, dai maiali, e non era una cura sicura. Chiusi con la trasmissione salutando tutti, andando a cena con i colleghi, ma avevo con me la borsa con la vestaglia per andare in clinica” ha rivelato durante una recente intervista.
Baudo ha poi aggiunto di essere riuscito a sconfiggere il tumore grazie a una cura sperimentale: “Lo scoppio della centrale mandò in aria lo iodio radioattivo, che creò danni enormi. Tutti i bambini nascevano grassi e senza tiroide. Un professore andò a Chernobyl e visitò i bambini, e gli venne l’illuminazione: se io do agli ammalati di tiroide lo iodio radioattivo questi ammalati guariranno. Mi portarono a Pisa e mi chiesero se volessi fare un esperimento con loro e accettai”. Una decisione che gli salvò letteralmente la vita.