Legge 194, le parole di Sabina Guzzanti: “A 18 anni ho potuto…”

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Sabina Guzzanti parla della legge 194, se ha potuto fare la vita che ha scelto è perché all’età di 18 anni ha avuto la libertà di decidere sul proprio corpo.

Sabina Guzzanti parla della legge 194

Sabina Guzzanti – Spetteguless.it

Quella di Sabina Guzzanti è stata un’inaspettata confessione, fatta a cuore aperto, molto delicata ma allo stesso tempo potente.

Sabina Guzzanti è stata protagonista di Propaganda Live, con il suo consueto monologo. Propaganda Live è un programma di Diego Bianchi che è diventato ormai cult e va in onda tutti i venerdì sera.

L’attrice Sabina Guzzanti durante una puntata del programma ha deciso di raccontare, a modo suo, alcuni fatti di cronaca, in particolar modo del caso Scurati proprio in seguito all’uscita della serie-documentario su Berlusconi.

L’attrice con il suo monologo ha lasciato il segno, in particolar modo quando è arrivata ad affrontare un tema in particolare, ovvero quello dell’aborto, andando contro quello che lei stessa ha definito “l’attacco alla legge 194” e facendo una rivelazione sulla sua vita privata che ha lasciato tutti impreparati.

“Voglio testimoniare a nome di tutte le donne che verranno umiliate, se io ho potuto fare la vita che ho scelto è perché a 18 anni ho potuto abortire”.

Il monologo di Sabina Guzzanti sull’aborto

E ormai da tempo che Sabina Guzzanti non nega di difendere la legge 194.

Basta tornare un po’ indietro nel tempo, al 2008, per trovare l’attrice fra le 12 attrici, giornaliste italiane ed intellettuali (fra cui anche Isabella Ferrari, Natalia Aspesi, Fiorella Mannoia, Margherita Hack, Lidia Ravera, Valeria Parrella, Dacia Maraini e Alda Merini) tra le prime ad aver firmato la lettera aperta a Bertinotti, Veltroni e a tutti i dirigenti del centro sinistra di quei tempi, in cui veniva chiesto di mettere fine “all’offensiva clericale contro le donne, spesso vera e propria crociata bigotta”.

La protesta dell’attrice e delle altre dodici firmatarie voleva fermare tutte le persone che si rifiutavano di fare qualcosa per motivi di coscienza ed impedire che la legge 194 venisse messa in discussione ancora una volta.

Sabina Guzzanti e le altre donne che avevano firmato la petizione hanno chiesto quindi al gruppo politico di centro-sinistra una:

“presa di posizione chiara e inequivocabile, che condanni senza mezzi termini tutti i tentativi – da qualunque pulpito provengano – di mettere a rischio l’autodeterminazione delle donne, faticosamente conquistata: il nostro diritto a dire la prima e l’ultima parola sul nostro corpo e sulle nostre gravidanze”.

Da quel giorno ormai sono passati ben 16 anni, l’appello però resta attuale più che mai!

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