Alla bufera che ha colpito la Rai dopo Sanremo si aggiunge la proposta della Lega: Daspo per i cantanti che fanno politica.
Che il Festival di Sanremo avrebbe provocato una bufera politica di queste proporzioni non poteva immaginarlo nessuno. Neanche il povero Amadeus, il quale vedrà il suo ultimo Sanremo da conduttore e direttore artistico per sempre oscurato dall’Armagheddon della Rai. Si, perché tra insurrezioni popolari e battaglie tra le forze politiche, il caso Rai dopo le parole di Ghali ha tutte le carte in regola per tenere banco ancora per molto, con chissà quali risultati. E nel mezzo di questa bufera, dalla Lega arriva un’illuminante proposta: Daspo per gli artisti che decidono di fare politica sulla Rai.
Come siamo arrivati a questo punto: lo “stop al genocidio” di Ghali
I pregressi di questa vicenda sono ormai noti a tutti: Ghali chiede lo stop al genocidio a Sanremo, l’ambasciatore israeliano in Italia si indigna, ricordando la strage del 7 ottobre. A quel punto, i vertici Rai non possono permettere che un messaggio di solidarietà alla Palestina passi impunito: occorre rimediare con un bel comunicato letto in diretta nazionale, in cui si ricorda che si, va bene i morti a Gaza, ma è a Israele che la Rai rinnova il suo sostegno. A veicolare il funesto messaggio la povera Mara Venier, che nel corso della puntata incriminata di Domenica In, prima di leggere il comunicato, aveva già collezionato un presunto tentativo di censura a Dargen D’Amico e un fuorionda imbarazzante con i giornalisti.
Inutile dire che la sfortunata conduttrice sia finita al centro di una bufera mediatica con l’accusa di censura, alla quale ha deciso di rispondere con un’intervista pubblicata sul Corriere della Sera. E se da un lato leggendo il comunicato firmato dall’ad Rai Roberto Sergio viene da sorridere, o comunque da ironizzarci su come ha fatto Fiorello, è pur vero che la situazione sembra scaldarsi a vista d’occhio, con il dibattito politico che risulta sempre più acceso. Tre parole di un cantante sono riuscite a trasformarsi in una guerra tra destra e sinistra, e hanno dato il via ad una vera e propria rivoluzione, con le sedi Rai di tutta Italia assediate dai cortei di protesta contro la narrazione unilaterale della guerra in Medioriente.
Il sottosegretario Morelli: Daspo per i cantanti che usano la Rai per politica
In mezzo a questo bel calderone, non mancano le idee brillanti. Come quella suggerita dal leghista Alessandro Morelli, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Per evitare, in futuro, impasse simili a quello causato dalle dichiarazioni di Ghali e Dargen sul palco di Sanremo, la soluzione sarebbe un Daspo. L’acronimo, per chiarezza, sta per Divieto di Accedere alle manifestazioni Sportive, e si riferisce ad una legge per cui coloro che hanno a carico denunce o condanne risalenti agli ultimi 5 anni non possono accedere a luoghi dove si tengono, appunto, questo tipo di manifestazioni.
Secondo Morelli, il Daspo per gli artisti andrebbe applicato a tutti i cantanti, attori e simili che “invece di cantare fanno propaganda politica” sfruttando i palcoscenici Rai. Nessun riferimento esplicito a Dargen D’Amico o Ghali, ma da dove sia partita l’ispirazione per questa proposta è chiaro: Morelli, tra l’altro, nella stessa intervista, definisce l’utilizzo fatto del palco dell’Ariston durante la scorsa settimana “vergognoso”. Gli artisti, rincara la dose il sottosegretario, dovrebbero “salire sul palco, fare la loro bella esibizione e andarsene”.
Parole che hanno suscitato sconcerto in molti esponenti delle forze politiche opposte, tra cui Ouidad Bakkali, deputata PD, che ha definito la proposta “un’assurdità”. Parole dure anche da Dario Carotenuto, M5S, che suggerisce un Daspo proprio per Morelli, vista la sua totale noncuranza verso principi come la libertà di opinione, nonché verso il legame indissolubile tra democrazia e libera espressione degli artisti.
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E tra chi parla di “dichiarazioni farneticanti” e prossime fantomatiche disposizioni per escludere dalle cariche pubbliche i non iscritti a Fratelli D’Italia, arriva anche il commento di Fiorella Mannoia. L’artista, che da sempre porta nelle sue esibizioni i valori del femminismo, come ha fatto anche a Sanremo, ha condiviso le parole del sottosegretario, scrivendo un ironico “le pernacchie si possono fare?”