Amadeus rivela : cosa ha provocato il Festival. Parole mai sentite prima

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Dopo le polemiche sulle dichiarazioni di Ghali e la manifestazione a Napoli, Amadeus interviene: “Il Festival non ha mai…”

Amadeus in conferenza stampa per Sanremo 2024.

Amadeus, “Il Festival di Sanremo non ha mai promosso odio” (spetteguless.it)

Sono ore di fuoco per la Rai, che dopo il successo del Festival di Sanremo si trova a fare i conti con le falle nel sistema che molti hanno definito “di censura” applicato finora sulla questione della guerra a Gaza. Prima lo “stop al genocidio” di Ghali, in diretta sul palco dell’Ariston, poi i commenti dell’ambasciatore israeliano, e poi il tanto discusso comunicato dell’Amministratore Delegato Roberto Sergio, che ha scatenato un’insurrezione popolare davanti alla sede di Napoli. Finalmente, dopo giorni di silenzio, Amadeus ha deciso di intervenire sulla questione, intervistato da Bruno Vespa a Porta a Porta.

“Stop al genocidio”, le dichiarazioni di Ghali diventano un caso politico

Tutto è iniziato con un appello lanciato da Ghali al termine della sua esibizione, durante l’ultima serata di Sanremo 2024. “Stop al genocidio”, queste le parole pronunciate dall’artista, sotto suggerimento dell’alieno che lo ha accompagnato nelle sue performance durante le 5 serate. Una dichiarazione che non è affatto piaciuta all’ambasciatore israeliano Alon Bar, il quale ha addirittura accusato il Festival di aver diffuso odio e provocazioni, dimenticando di esprimere solidarietà alle 1200 vittime della strage del 7 ottobre. Inutile dire che il suo commento abbia scatenato le polemiche nell’opinione pubblica, soprattutto sui social.

La risposta di Ghali, comunque, è arrivata durante la scorsa puntata di Domenica In, dedicata proprio a Sanremo. L’artista ha spiegato che il tema del conflitto a Gaza gli sta a cuore da tempo, e l’ha dimostrato parlandone da sempre, sin da quando a 13 anni ha iniziato a fare musica. In più, secondo Ghali un atteggiamento come quello dell’ambasciatore israeliano non farebbe altro che promuovere la politica del terrore, facendo passare il messaggio che dire “viva la pace” porti a conseguenze negative, e impedendo quindi di lanciare messaggi positivi.

Ghali durante l'ultima serata del Festival di Sanremo 2024.

Ghali a Sanremo: “Stop al genocidio” (spetteguless.it)

Durante quella stessa puntata, Mara Venier ha collezionato uno scivolone dopo l’altro, prima cercando di chiudere la questione migranti sollevata dalle domande dei giornalisti a Dargen D’Amico, e poi leggendo il famoso comunicato dell’ad Roberto Sergio.

Comunicato che, come ormai sappiamo, partendo dalle dichiarazioni di Ghali sottolinea la costante solidarietà dell’amministrazione Rai “al popolo di Israele e alle comunità ebraiche”, riferendosi unicamente agli ostaggi israeliani di Hamas. A scatenare il caos, al di là della natura del comunicato e delle modalità scelte, che molti hanno paragonato ad una vera e propria censura, sarebbe stato il commento finale di Mara Venier sul messaggio: “ovviamente tutti lo condividiamo”.

Amadeus a Porta a Porta: “Sanremo non ha mai promosso odio”

La polemica innescata dall’appello di Ghali non ci ha messo molto a diventare politica. E mentre le varie forze in gioco si danno battaglia a suon di dichiarazioni, nella giornata di ieri alcuni manifestanti di Potere al popolo, Iskra e altri collettivi hanno organizzato un sit-in davanti alla sede Rai di Fuorigrotta. Obiettivo: manifestare contro le posizioni espresse dal Governo attraverso la Rai e schierarsi dalla parte della Palestina. Risultato: 10 feriti in tutto, tra manifestanti e agenti di Polizia, dopo che questi ultimi hanno iniziato a tirare violente manganellate sulla folla.

 

 

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In questo clima esplosivo, in serata è arrivata l’intervista di Amadeus a Porta a Porta. Alla domanda di Bruno Vespa riguardo alle dichiarazioni dell’ambasciatore Alon Bar, Amadeus ha risposto dichiarando che “Il Festival di Sanremo non ha mai promosso odio”, ma ha sempre portato valori di libertà ed inclusione, nelle ultime edizioni più che mai. “I cantanti hanno chiesto la fine della guerra” ha continuato, “la guerra da qualsiasi parte è da condannare”. Per l’ex direttore artistico di Sanremo, quindi, non bisogna considerare un lato o l’altro della contesa: qualsiasi guerra al mondo va fermata. E lancia un messaggio a chi, dopo di lui, riceverà l’onere di condurre il Festival: in questi anni “c’è un grande senso di inclusione che va rispettato e mai cambiato”. Il rischio, altrimenti, è quello di tornare indietro, perdendo i progressi fatti.

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