Non è la prima volta che la canzone in napoletano fa la sua comparsa sul palco dell’Ariston. Geolier con la sua interpretazione totalmente in dialetto, fa seguito ad un duo che in molti ricorderanno.
Con la sua primissima esibizione al Festival di Sanremo 2024, il palcoscenico dell’Ariston è stato testimone di una performance memorabile, dove il giovane artista ha presentato la sua canzone “I p’me tu p’te” che ha già conquistato le radio. La particolarità della canzone? È interamente in napoletano, ad eccezione di una frase significativa che precede il ritornello finale: “E tutto quello che ho perso, non posso fare nient’altro”.
Questa scelta linguistica ha conquistato molti ma ha anche fatto storcere il naso a qualcuno, richiamando l’attenzione sull’unicità dell’evento e sulla discrezionalità concessa dal regolamento del Festival, che normalmente predilige brani in italiano. La scelta di lasciare cantare in dialetto Geolier però non rappresenta un’eccezione nella storie rappresenta una novità assoluta nel contesto del Festival, ma rievoca una tradizione di inclusione linguistica già testimoniata in passato.
Goelier canta in napoletano al Festival ma non è stato il primo
Prima dell’esordio di Geolier, altri artisti avevano portato il napoletano sul palco dell’Ariston: stiamo parlando di Nino D’Angelo e Maria Nazionale con “Jammo Ja’” nel 2010. La loro performance, interamente in dialetto, non ottenne il successo sperato, ma rimase impressa nella memoria del Festival come un omaggio alla cultura napoletana. La decisione di includere canzoni in napoletano ha l’obiettivo di rinnovare il repertorio sanremese.
Il contributo del giovane artista napoletano – che riesce a fondere sonorità contemporanee con la tradizione linguistica napoletana, creando un ponte tra generazioni e geografie musicali – è molto interessante. Dall’uscita del suo primo grande successo “P’ Secondiglian” nel 2018, Geolier ha collaborato con alcuni dei nomi più noti della scena musicale italiana, tra cui Sfera Ebbasta e Gigi D’Alessio. Il suo album “Il coraggio dei bambini”, uscito nel 2023, ha ottenuto un buon riscontro sul mercato.
La partecipazione di un artista come lui al Festival segna anche un’apertura da parte delle regole della kermesse, sempre percepite come troppo limitate. Dovemmo abituarci a vedere il Festival cambiare anno dopo anno, per adattarsi ai tempi e alle nuove esigenze musicali. Il napoletano non è più da tempo solo un dialetto regionale, ma una lingua della musica italiana capace di unire e rappresentare una varietà di esperienze e storie.
Geolier a Sanremo 2024 è quindi il simbolo di questa imminente evoluzione del Festival che continua a reinventarsi accogliendo nuove voci e nuove storie. Il cantante ha dimostrato, con la sua performance apprezzatissima – che la musica in napoletano può comunicare in modo chiaro sul palcoscenico nazionale riuscendo a farsi capire sempre e comunque anche solo col cuore da parte del pubblico.