Oggi ricorre un anniversario importante per il mondo dello spettacolo, parliamo della morte di un grandissimo cantautore italiano, Fabrizio De Andrè.
Moriva 25 anni fa e la Rai, che sta attraversando un anniversario ben più felice come i 70 anni di attività, ha voluto ricordarlo proponendo una breve intervista su sito ufficiale. Tanti i siti che ovviamente l’hanno fatto perché le canzoni di De Andrè sono state un pezzo importante nella storia della musica italiane. Non solo brani ma vere e proprie poesie che raccontano uno spaccato della nostra società, quello che comprende le persone meno abbienti ma allo stesso tempo più genuine.
Come titola il sito Rai, c’è una pace terrificante da quando manca Fabrizio De Andrè. Si tratta indubbiamente del più grande cantautore italiano di sempre, la critica è d’accordo su questo e noi non possiamo che confermarlo. L’eredità che ci ha lasciato è enorme e sarebbe difficile riassumere in poche righe o in brevi video, quanto è stato immenso questo artista.
Lo stile semplice, la chitarra inconfondibile, la voce particolare, Faber era davvero uno del popolo e in effetti non amava molto troppe apparizioni televisive. Lo ricorderemo anche noi oggi, come meglio possibile.
Il ricordo di Fabrizio De Andrè
Il grande cantautore genovese non apprezzava rilasciare interviste, aveva invece un carattere molto riservato e forse per questo piaceva molto al pubblico. Faber rappresentava un po’ quella parte delle persone più povere, umili e semplici. In effetti i protagonisti dei suoi brani sono proprio così e ogni testo è un’immersione nelle abitudini e nella di diversi individui, da pescatori a contadini.
La prima volta in tv per il grande Faber è stata nel 1963, nel programma Rendez-Vous. Da lì l’apprezzamento da parte del pubblico fu sempre di più e se la sua attività si fosse svolta ai tempi d’oggi, possiamo dire che sarebbe stato un influencer dall’enorme seguito.
Ha unito varie generazioni ma è sempre rimasto umile nonostante il successo crescente. Negli anni Settanta acquistò in Sardegna una splendida tenuta insieme alla moglie Dori Ghezzi, dove la coppia avviò un’azienda agricola tornando a quel ritorno alle origini, infatti i genitori gli hanno sempre insegnato i valori e l’importanza del lavoro della terra.
Proprio in questo luogo fu rapito nel 1979 dall’anonima sequestri sarda insieme alla moglie. I due furono tenuti prigionieri per 4 mesi, liberati solo dopo che il padre di lui Giuseppe, pagò un riscatto.
La Rai si è occupata in questi giorni di ripercorrere la vita del grande cantautore e per farlo si parte da Genova, precisamente dalla frazione di Pegni, dove abitava ma dove rimase solo due anni perché poi fu sfollato in Piemonte. Tornò poi nella città ligure, dove trascorse i primi anni dell’infanzia e dell’adolescenza.
Nei suoi testi, Faber canta la città vecchia – mercato del pesce compreso. Anche l’esperienza del rapimento è stata d’ispirazione per alcuni brani. La sua attività riprende a pieno regime dopo questo drammatico evento ma Faber iniziò ad accusare problemi di salute e infatti alcuni approfondimenti portarono a una amara scoperta: gli venne diagnosticato un carcinoma polmonare.
Interruppe così i concerti e iniziò a entrare e uscire dall’ospedale. Tuttavia continuò a scrivere testi, la sua grande passione. Morì l’11 gennaio del 1999 e ai suoi funerali si contarono circa 10mila persone. Una grande perdita per il nostro Paese ma come disse in un’intervista: “Meglio lasciarci che non esserci mai incontrati”.