La puntata andata in onda ieri di Tu Sì Que Vales ha emozionato molto i telespettatori, grazie all’intervento di un ospite speciale, Gianpietro, che ha portato alla luce la fondazione Ema Pesciolinorosso. Ecco cos’è successo.
La storia di Gianpietro Ghidini ha commosso tutti gli spettatori di Tu Sì Que Vales di ieri sera. L’uomo ha raccontato la sua storia dolorosa, parlando anche della sua successiva esperienza nel social con la Fondazione Ema Pesciolinorosso. L’esperienza del bresciano non solo ha colpito nel profondo i giudici del programma, ma ha anche suscitato enorme emozione nei telespettatori a casa, che sui social ne hanno parlato a più riprese.
Una storia tragica e che sembrava la fine di tutto, per Gianpietro, che invece ha voluto cercare l’unico aspetto positivo, ovvero lanciare un messaggio ai giovani e aiutarli tramite la Fondazione da lui creata.
Un momento toccante e che non è passato inosservato sui social, dove in molti hanno voluto sostenere l’uomo, che ha raccontato un momento di enorme dolore per lui, a causa della morte del figlio in circostanze a dir poco assurde e inconcepibili.
Tu Sì Que Vales, cosa ha raccontato Gianpietro a pubblico e giuria
L’uomo, originario di Brescia, purtroppo ha perso nel 2013 il figlio Emanuele in circostanze tragiche. Fin a quel momento, Ghidini aveva una vita normale, segnata dal grande interesse verso il lavoro e la carriera, e mai si sarebbe immaginato che qualcosa di tanto orribile potesse accadergli.
Nel 2013, Emanuele, all’epoca appena sedicenne, si è lanciato in un fiume annegando. Un gesto volontario ma segnato dall’uso di sostanze stupefacenti artificiali delle quali aveva fatto uso poche ore prima assieme ad alcuni amici durante una festa. Una scomparsa ovviamente devastante per il padre, che dopo la sua morte, passato il momento di grande dolore, ha però deciso di trasformare in qualcosa di utile proprio per onorare la vita del ragazzo, creando la Fondazione Ema Pesciolinorosso.
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“Ho sognato che mi buttavo e lo salvavo, tirandolo fuori. Ho sentito una grande energia e ho avuto tutto chiaro: mio figlio mi stava dicendo ‘salvati, prova a cambiare la tua vita’. Allora scrissi una lettera che è contenuta in un libro e gli promettevo che avrei creato un’associazione per salvare i giovani” ha spiegato l’uomo ai giudici commossi.
Un discorso che non è passato inosservato nemmeno sul web, dove in tanti hanno commentato la testimonianza dell’uomo, che ha ricevuto naturalmente molti consensi e supporto. La Fondazione da lui creata ha come obbiettivo proprio quello di aiutare i più giovani nel contrastare l’abuso di droga, supportandoli e dando loro un sostegno importante per uscire da una dipendenza.