A detta di chi scrive “Everything, Everywhere All At Once” è stato uno dei più clamorosi abbagli cinematografici degli ultimi 30 anni.
Una simpatica puttanata, quella scritta e diretta da Daniel Kwan e Daniel Scheinert, incredibilmente premiata con sette Oscar, due Golden Globe e un Premio BAFTA, incassando 140 milioni di dollari in tutto il mondo.
Per dirne una, “Everything, Everywhere All At Once” ha vinto lo stesso numero di Oscar di Schindler’s List, uno in più di Eva contro Eva e La La Land, due in più di Qualcuno volò sul nido del cuculo. Daje a ride.
Inevitabile che Hollywood, dinanzi a simili numeri, pensasse ad una folle ipotesi sequel, presto bocciata da Michelle Yeoh. Via Variety, l’attrice ha smontato l’idea “Everything, Everywhere All At Once 2”, perché “sarebbe una ripetizione. Faremmo di nuovo la stessa cosa”.
“La cosa migliore che è successa nell’ultimo anno è stata quella che ho iniziato a ricevere sceneggiature che non descrivevano il mio personaggio come ‘cinese’ o ‘asiatica’. Siamo attori, siamo assunti per recitare. Per me poter fare il mio lavoro in questo modo è il più grande passo avanti”, ha concluso Michelle Yeoh, premiata con un Oscar come miglior attrice che Cate Blanchett avrebbe ampiamente meritato di portare a casa per la sua monumentale interpretazione in Tar.