20 anni dopo la sua uscita, il sottovalutato American Life di sua maestà Madonna è andato incontro ad un allucinante ‘ricordo’ targato Rolling Stone.
La celebre rivista musicale ha infatti stilato una Top50 di “album orribili di artisti brillanti”, piazzando American Life alla posizione numero 26.
Andy Greene, autore del pezzo, ha scritto.
“Madonna ha attraversato cambiamenti stilistici simili a quelli di Bowie praticamente con ogni suo album, ma è sempre rimasta al passo con le tendenze e non ha mai perso la sua capacità di generare successi”.
“Tutto ciò si è fermato bruscamente nel 2003 con American Life. Pubblicato settimane dopo l’inizio della guerra in Iraq, l’album vede Madonna confrontarsi con un mondo post 11 settembre e con il desiderio di andare oltre i propri desideri narcisistici. “Vivevo in una piccola bolla”, canta in “I’m So Stupid”. “E volevo essere come tutte le belle persone che erano intorno a me / Ma ora so per certo che ero stupida.” Questi sono sentimenti nobili, ma simile musica è arrivata in un momento in cui stava solo imparando a suonare la chitarra e a fare il rap. Le sue abilità in entrambi casi erano piuttosto rudimentali, e la sua decisione di lavorare con il produttore techno francese Mirwais Ahmadzaï aggiunse un altro elemento che fece sì che l’intero progetto diventasse irrimediabilmente confuso, se non decisamente imbarazzante. Il mondo nel 2003 aveva poca utilità per Madonna chitarrista folk o Madonna rapper. Quando è tornata alla musica disco con Confessions on a Dance Floor nel 2005 è stato un tacito riconoscimento di aver commesso un terribile errore”.
Peccato che American Life, 20 anni dopo le folli recensioni in arrivo dagli States un tempo guidati da George W. Bush, sia ancora oggi il disco più sottovalutato dell’intera carriera di Madonna.
Un album audace, coraggioso, personale, bellissimo, checché ne dicano questi fenomeni.