25 anni fa l’Europa intera ballava e cantava Barbie Girl, primo singolo a tiratura continentale dei danesi AQUA che divenne immediatamente tormentone, trainando il disco Aquarium. Prima in Italia, in Francia, per 4 settimane nel Regno Unito, la canzone arrivò alla settima posizione USA con 10 milioni di copie vendute in tutto il mondo, tramutando Lene Nystrøm, René Dif e Søren Rasted in miti dell’Europop.
Nel settembre del 1997, ovvero 6 mesi dopo l’uscita della canzone, Mattel, azienda produttrice della bambola Barbie, fece causa alla MCA Records, l’etichetta discografica nordamericana degli Aqua. Mattel affermò che “Barbie Girl” aveva violato il loro marchio trasformando la bambola in un oggetto sessuale, riferendosi a lei come “Blonde Bimbo“. La canzone, tuonò Mattel, aveva violato i diritti d’autore sulla Barbie, con il testo che a loro dire contribuì a rovinarne la popolarità e la reputazione di lunga data, interferendo con il loro marketing. Aqua e MCA Records contestarono le affermazioni di Mattel e contrattaccarono con una denuncia per diffamazione, dopo che Mattel paragonò MCA a dei rapinatori di banche.
La causa intentata da Mattel venne respinta, prima da un tribunale e a seguire dalla Corte Suprema degli Stati Uniti.
Nel 2002, una Corte d’Appello ha stabilito che la canzone era nient’altro che una parodia, e per questo motivo protetta ai sensi del Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti. Il giudice Alex Kozinski respinse anche la causa per diffamazione che la casa discografica degli Aqua intentò contro Mattel, concludendo: “Si consiglia alle parti di rilassarsi” (geniale).
Il caso venne così archiviato.
Nel 2009, Mattel ha pubblicato una serie di pubblicità nonché un video musicale promozionale della canzone, con testi modificati, come parte di una nuova strategia di marketing pensata per rilanciare le vendite della bambola.
In attesa di una serie crime ad hoc sulla guerra Aqua/Mattel, 25 anni dopo Barbie Girl rimane un grande e intramontabile classico.