Che fine abbia fatto Flavia Fortunato, oggi 54enne, me lo chiedo puntualmente ogni anno, nel momento in cui il Festival di Sanremo si avvicina.
Perché Flavia Fortunato è stato un volto fisso dei Festival anni ’80.
Dal nulla, nel 1983, sbarca all’Ariston tra i Debuttanti con “Casco blu“, posizionandosi al 13º posto.
L’anno dopo torna tra le nuove proposte, che non si capisce quale differenza avessero con i Debuttanti, e conquista il 3° posto con un pezzone: “Aspettami ogni sera“, che andrebbe riscoperto e cantato a squarciagola in tutte le discoteche frocie del mondo.
Nel 1986 si fa vedere e arriva 19esima con “Verso il 2000“, mentre l’anno dopo sale al 13esimo posto con Canto per Te. Per il successivo tour sceglie come corista una cantante non ancora maggiorenne: Mietta. Nel 1988 chiude il suo decennio co “Una bella Canzone“, ingiustamente e follemente 22esima (altro pezzone che andrebbe rivalutato), mentre è del 1992 la sua ultima partecipazione all’Ariston. Addirittura settima, mai finita tanto in alto, con “Per niente al mondo“.
Poi, di fatto, musicalmente il nulla.
Il suo ultimo disco di inediti è del 1992.
La sua ultima apparizione tv come volto fisso a Tappeto volante, condotto da Luciano Rispoli, nel 2005. Successivamente è diventata mamma e si è ritirata dal mondo dello spettacolo. Però ogni anno, con Sanremo che si avvicina, Fortunato torna nei miei pensieri. Perché i Sanremo anni ’80 sono stati i Festival della rinascita, quelli della mia infanzia. E Flavia c’era, praticamente sempre.
1983: Casco blu (13º posto)
1984: Aspettami ogni sera (3º posto)
1986: Verso il 2000 (19º posto)
1987: Canto per te (13º posto)
1988: Una bella canzone (22º posto)
1992: Per niente al mondo (con Franco Fasano) (7º posto)