La scorsa settimana i Walt Disney Studios hanno annunciato una raffica di nuove release per i prossimi film in programma, compreso l’atteso Assassinio sul Nilo, nuova avventura del Hercule Poirot firmato Kenneth Branagh.
Posticipato al febbraio del 2022, il film è ancora oggi a rischio uscita. E il Covid non c’entra niente.
Tutta colpa, si fa per dire, di Armie Hammer, nuovo appestato di Hollywood.
Accusato di stupro, violenze fisiche, psicologiche e stalking da diverse donne, l’attore di Chiamami col tuo nome è ormai un morto che cammina in quel di Hollywood.
Per quanto l’attore abbia respinto qualsiasi accusa, parlando di “rapporti sessuali completamente consensuali, concordati in anticipo e reciprocamente partecipativi”, le major lo guardano oramai come kryptonite.
Il punto è che Armie ha un ruolo importante nel film, come spifferato da Variety. Non può essere sostituito come fece Ridley Scott con Kevin Spacey in Tutti i soldi del mondo, visto l’enorme cast da richiamare eventualmente sul set.
Non si può cedere alla CG, con il suo volto cancellato e sostituito con chissà chi.
Non può essere tagliato in sede di montaggio.
La Disney starebbe addirittura pensando ad un’uscita in esclusiva su Hulu. Considerando i 352,794,081 dollari incassati da Assassinio sull’Oriente Express, sarebbe una pazzia.
La cosa straordinaria è che Assassinio sul Nilo sarebbe potuto uscire un anno fa.
Nel 2019 Branagh era già in Marocco per preparare le riprese, ma la Disney lo richiamò per rimettere mano al disastroso Artemis Fowl. Così si sono persi sei mesi fondamentali, perché se fosse uscito un anno fa il “problema” Armie Hammer non ci sarebbe stato. Le denunce ai suoi danni sono infatti legate agli ultimi sei mesi.
Negli ultimi anni le major hanno spesso dovuto rimettere mano a film e serie causa presunti scandali sessuali.
Dopo Kevin Spacey e la cancellazione del suo volto da “All the Money in the World” di Ridley Scott (e dall’ultima stagione di House of Cards), c’è stato il caso Amazon, che ha cestinato “A Rainy Day in New York” di Woody Allen dopo le nuove accuse di abusi sessuali da parte della figlia Dylan Farrow, ampiamente negate e smontate da diverse inchieste giudiziarie. Jeffrey Tambor, indiscusso protagonista di Transparent, è stato invece licenziato dalla serie dopo due accuse di molestie sul set.
Ora tocca ad Hammer, già cacciato da più progetti: “Shotgun Wedding“, romantic comedy con Lopez, e “The Offer“, dietro le quinte sulle riprese de “Il Padrino” che Armie avrebbe girato per Paramount Plus. Pochi giorni fa è stato poi licenziato da “Billion Dollar Spy”, thriller a basso budget prodotto da Akiva Goldsman.
Assassinio sul Nilo è di fatto l’ultimo film che lo vede tra i reali protagonisti, oltre alla comedy The Minutes, che dovrebbe uscire nel 2022, e Next Goal Wins, in cui si è concesso un semplice cameo.
In queste condizioni appare anche inimmaginabile un sequel di Chiamami col tuo nome, a lungo cullato da Luca Guadagnino. D’altronde anche l’agenzia dell’attore, la WME, l’ha scaricato.