Svegliarsi al mattino e scrivere cose a caso, per cavalcare la pancia di quel Paese che da settimane inutilmente sbraita contro il Festival di Sanremo e l’eventuale pubblico presente al Teatro Ariston.
Il ministro della Cultura Dario Franceschini ha oggi sparato a zero contro il Festival di Sanremo 2021, in modo del tutto gratuito, paragonando l’Ariston a quei teatri e cinema chiusi da mesi. Ergo, niente pubblico.
Peccato che Franceschini non veda tv da mesi, evidentemente, perchè il pubblico è abbondantemente presente in fior fiori di programmi.
Pubblico pagato, di fatto dipendenti regolarmente tamponati. Definire l’Ariston un ‘teatro’ nella settimana del Festival è fantascienza.
L’Ariston, che nei restanti 11 mesi è un cinema, durante la settimana santa è uno studio tv a tutti gli effetti.
Se in una platea di 2000 persone trovi spazio per 200/300 figuranti, il problema non esiste. Anche perché i vari DPCM lo consentono: “Alle trasmissioni televisive non si applica il divieto previsto per gli spettacoli, perché la presena di pubblico in studio rappresenta soltanto un elelemento coreografico e comunque strettamente funzionale alla trasmissione”.
DPCM che Franceschini, ministro della cultura, evidentemente non conosce. Nel pieno di una crisi di governo con un premier dimissionario, ci troviamo quindi a polemizzare su Sanremo, a 33 giorni dal via, con Amadeus che sarebbe pronto a dimettersi da direttore artistico, come spifferato da AdnKronos.
Insomma, Franceschini con un tweet insensato ha scatenato un putiferio, un terremoto che alla tv di Stato costerebbe 40 milioni di euro di mancate entrate pubblicitarie. Con 500 morti al giorno per Covid e un Capo dello Stato oggi chiamato alle consultazioni per un nuovo Governo, proprio quello che ci voleva.