Già due volte premio Oscar grazie a Fargo e Tre Manifesti, la monumentale Frances McDormand potrebbe entrare nella storia Academy tra pochi mesi, quando verranno annunciate le nomination.
L’attore 63enne ha sbigottito Venezia grazie al Leone d’Oro “Nomadland” di Chloé Zhao, super favorito per il trionfo finale. Frances ha in tasca la sesta nomination della sua carriera ma come miglior attrice, ma potrebbe agguantare anche la settima in quanto tra i produttori accreditati del film, che punta alla nomination principale. Se così fosse, Frances diventerebbe la prima donna della storia degli Oscar ad essere nominata come attrice e produttrice nello stesso anno.
Dovesse poi vincere l’Oscar come miglior attrice, McDormand raggiungerebbe leggende del calibro di Ingrid Bergman, Walter Brennan, Daniel Day-Lewis, Jack Nicholson e Meryl Streep. Tra le donne nessuno come Katherine Hepburn, che ha vinto 4 statuette.
Anche la regista di Nomadland Chloé Zhao potrebbe entrare nella storia come la donna più nominata in una singola edizione, se dovesse essere candidata anche come miglior produttirce, per la regia, la sceneggiatura e il montaggio.
La trama del film?
Dopo il collasso economico di una città aziendale nel Nevada rurale, Fern carica i bagagli sul proprio furgone e si mette in strada alla ricerca di una vita fuori dalla società convenzionale, come una nomade moderna. Terzo lungometraggio della regista Chloé Zhao, Nomadland vede nel cast la presenza dei veri nomadi Linda May, Swankie e Bob Wells nel ruolo di mentori e compagni di viaggio di Fern durante il suo vagare attraverso i vasti paesaggi dell’Ovest americano.
Fern è una donna di sessantun anni che ha perso suo marito e tutta la sua vita precedente, dopo che la città mineraria in cui viveva è stata sostanzialmente dissolta. Ma durante il suo percorso, diventa più forte e trova una nuova vita. Fern trova la propria comunità nei raduni tra nomadi a cui partecipa, nella forte amicizia con Dave (interpretato da David Strathairn) e nelle altre persone che incontra durante il suo viaggio. Ma soprattutto, come afferma Chloé Zhao, ‟…nella natura, mentre lei si evolve; nelle terre selvagge, nelle rocce, negli alberi, nelle stelle, in un uragano. È qui che trova la propria indipendenza”.