Dvd praticamente introvabile, Canale34 stasera si gioca una seconda serata scult (ore 22:57) con Bambola di Bigas Luna, titolo del 1996 trainato da una giovane Valeria Marini.
La Valeriona nazionale interpretava Mina, in arte Bambola, procace bionda che gestisce una pizzeria sul Lido di Comacchio insieme al fratello Flavio, gay dichiarato e interpretato da Stefano Dionisi. La giovine ha un fidanzato in carcere e fa la gatta morta con i maschi della zona, fino a quando ammalia Settimio. Scatta la gelosia tra quest’ultimo e Ugo, amico del fratello di Bambola, con drammatico incidente, bagno di sangue, carcere, stupri di varia natura, omicidi, amore omosex e chi più ne ha più ne metta.
Un film dalla trama folle, insensata, un melò a tinte porno in Italia vietato ai minori di 18 anni (poi in sede di appello sceso ai 14), con la Marini che fece causa al produttore per non aver tagliato le tre scene più spinte, a suo dire non approvate nella sceneggiatura iniziale, chiedendo il ritiro della pellicola dai cinema. Causa che perse, perché “avendo girato il film, non poteva non essere al corrente di quello che faceva“.
Morando Morandini lo definì “il più insulso, insensato e dilettantesco film del catalano Bigas Luna“, la cui carriera finì di fatto proprio con Bambola, flop significativo, mentre Paolo Mereghetti descrisse l’uscita del film come “un segnale significativo e disgraziato dello stato del nostro paese in questi anni Novanta. Mai sono uscito da una sala con un malessere così profondo”.
25 anni dopo, ciò che è rimasto è quella mortazza cavalcata da Valeria, recentemente omaggiata da Myss Keta, così come quell’anguilla utilizzata come strumento sessuale sul corpo di una Marini mai vista prima. E neanche dopo.