“La verità é che Britney sta soffrendo. I suoi medicinali hanno smesso di funzionare e i dottori hanno problemi a trovare la giusta combinazione. Fonti con conoscenza diretta ci hanno riferito che non é facile gestirla. A volte si lamenta e vorrebbe più libertà. Purtroppo la verità è che non riesce a stabilizzare la sua malattia mentale.
Ci sono tantissimi effetti collaterali che la stanno danneggiando, Kevin Federline ha avuto l’affidamento dei due bambini per molto più tempo rispetto a Britney, ed era tutto correlato al suo stato mentale.
La tutela legale é oramai attiva da quasi 12 anni, un tempo davvero inusuale per questo tipo di cose, ma questa volta é differente. Per molti questa tutela dovrà continuare per anni, forse per tutta la vita.
Ci sono tante persone coinvolte in questa tutela, dottori, legali, terapisti, ed un giudice. Non ci sono vie d’uscita per questo, nemmeno se lo volesse il padre Jamie, senza l’approvazione del giudice.
Le persone che gridano alla fine della tutela, per liberare Britney, non sanno cosa dicono. Questo potrebbe danneggiarla, e potrebbe addirittura portare Britney ad un suicidio o alla morte, vista la sua fragilità mentale” (via RNBJunk).
Parole pesantissime, quelle riportate da un’affidabile fonte vicina a Britney a TMZ, che non è proprio l’ultimo dei siti. Anzi. L’hastag #FreeBritney, che è tornato a spopolare anche in Italia nei giorni scorsi grazie a Chiara Ferragni, nasconderebbe quindi un’altra verità. Difficile da digerire e gestire, ma neanche da scartare a priori come accade il più delle volte sui social.