La Commissione Giustizia della Camera ha approvato il testo base del DDL Zan contro l’omotransfobia e la misoginia, con i voti della maggioranza di governo. Contrari Lega e Fratelli d’Italia, mentre Forza Italia non ha partecipato al voto “in segno di apertura”.
Ora la palla passa agli emendamenti, da presentare entro giovedì 16 luglio, poi il 27 luglio il DDL arriverà finalmente alla Camera. Entro settembre il possibile voto finale in Senato, dove i numeri della maggioranza sono al limite. Fondamentale sarà mantenere il DDL così com’è, senza stravolgerlo nei suoi pochi punti.
Il DDL Zan va ad ampliare la legge Mancino del 1993, aggiungendo sia l’orientamento sessuale che l’identità di genere tra i reati e i discorsi d’odio, come la nazionalità, l’origine etnica e la confessione religiosa ad oggi già protette.
Un DDL che non è solo punitivo, ma anche educativo e di vero e proprio sostegno alle vittime di omotransfobia, con l’istituzione dei centri antiviolenza e case Rifugio per giovani LGBT cacciati di casa.
“In commissione giustizia alla Camera abbiamo appena adottato il testo unificato del ddl contro l’omotransfobia e la misoginia, con voto favorevole di tutta la maggioranza, frutto del lavoro di sintesi di questi mesi tra tutte le sensibilità politiche. Considero positiva anche l’astensione dal voto di Forza Italia, segnale di dialogo e apertura verso un provvedimento di civiltà. Ma soprattutto è un passo importante per arrivare all’approvazione alla Camera in tempi rapidi. Il Parlamento ha recepito la necessità e l’urgenza di approvare la legge in tempi rapidi”, ha commentato Alessandro Zan, deputato PD e relatore del ddl contro omotransfobia e misoginia.
La battaglia parlamentare è appena iniziata, ma chi ben comincia è a metà dell’opera.