“Il palco dell’Ariston è il luogo dove il conduttore o il direttore artistico deve portare quello che gli appartiene, far sì che ‘quel’ Sanremo lo rappresenti. Sul palco c’è divertimento, ma è una macchina complessa, in cui ti assumi la responsabilità di qualsiasi cosa. Sanremo è di tutti, tutti possono dire tutto sul Festival, criticare le scelte, l’importante è mantenere l’obiettivo e andare avanti col proprio gruppo di lavoro. Nel momento in cui è partita la sigla di Sanremo e ho sceso la scala per la prima volta, è stato il mio riposo: non avevo tensione, è stata una sorta di liberazione, potevo mostrare al pubblico quello per cui avevo lavorato per mesi. Lì inizia il divertimento, i giorni di Sanremo non erano stressanti, tutt’altro. Fatto il primo Festival, puoi fare tesoro di quanto accaduto. Nella prossima edizione la musica sarà protagonista e Sanremo acquisirà ancora più importanza. Ci auguriamo che si torni verso la normalità, che questo Sanremo ‘primo bis’, come mi piace definirlo, sancisca un ritorno alla normalità esattamente come l’abbiamo lasciata a febbraio 2020″.
Ospite di Radio Italia, Amadeus ha così parlato del suo Sanremo bis, che prenderà forma tra febbraio e aprile, pandemia da Coronavirus permettendo.
Il conduttore Rai ha fatto intendere che in Concorso potrebbero trovare spazio ancor più cantanti dei 24 visti sul palco nel 2020. Se così fosse sarebbe una roba che non si vedeva da Sanremo ’97, con 29 ‘campioni’ in gara (e vinsero i Jalisse).