“Da ragazzo gay mai avrei pensato che sarebbe stato possibile avere un figlio, e sono grato a tutti coloro che hanno aperto la strada, e ai dottori, alle infermiere e a tutti coloro che sono stati coinvolti nella nascita di mio figlio. Soprattutto, sono grato a una surrogata straordinaria che ha portato con sè Wyatt, lo ha osservato con amore e tenerezza e lo ha partorito. È una straordinaria benedizione, ciò che lei e tutti le surrogate danno alle famiglie che non possono avere figli. La mia surrogata ha una bellissima famiglia tutta sua, un marito meravigliosamente solidale e dei figli, e sono incredibilmente grato per tutto il sostegno che hanno dato a me e Wyatt. La mia famiglia è fortunata ad avere questa famiglia nelle nostre vite. Vorrei che mia madre, mio padre e mio fratello Carter fossero vivi per incontrare Wyatt, ma mi piace credere che possano vederlo. Li immagino tutti insieme, le braccia l’una intorno all’altra, sorridenti, felici di sapere che il loro amore è vivo in me e in Wyatt, e che la nostra famiglia continua“.
Così Anderson Cooper, 52enne anchorman CNN con 5 Emmy vinti e un coming out pubblico diventato realtà nel 2012, aveva dichiarato a inizio maggio la nascita del suo primo figlio, avuto tramite gestazione per altri.
Passati 40 giorni, Cooper troneggia sulla copertina di People con il bellissimo bimbo in braccio. “Questo è un sogno divenuto realtà“. Una realtà che in Italia è legalmente vietata e che certi bigotti omofobi continuano ad attaccare, diffamando unicamente le famiglie arcobaleno che prendono forma grazie alla GPA estera (nella stragrande maggioranza dei casa portata avanti da coppie eterosessuali). Ma una FAMIGLIA è dove c’è amore. E nient’altro.